Agli sgoccioli della scorsa legislatura il consiglio regionale approvava la legge regionale 32/2018 recante “Decarbonizzazione e politiche regionali sui cambiamenti climatici (Basilicata Carbon Free)”. Tra gli scopi della legge vi era la riduzione al minimo dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici, la protezione della salute e la preservazione del patrimonio naturale della regione.
Allora presentammo 7 emendamenti per cercare di correggere alcuni passaggi a nostro avviso piuttosto critici che, come spesso accadeva con la maggioranza uscente, ci vennero bocciati fatta eccezione per uno che diventò il comma 3 dell’art. 1 della L.R. n. 32/2018. Il nostro emendamento approvato ha consentito di inserire nella legge regionale l’obiettivo di “riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e dei gas climalteranti, prevedendo misure volte a promuovere l’innovazione tecnologica, l’utilizzo dei meccanismi del Protocollo di Kyoto, l’efficienza e la sostenibilità energetica nei settori privato e pubblico. In coerenza con le politiche comunitarie in tema di efficienza energetica e riduzione dei gas ad effetto serra, la Regione Basilicata promuove, anche mediante azioni congiunte con le autonomie funzionali e altri soggetti interessati, accordi e iniziative con gli enti locali e con le imprese (…)”.
Con un altro emendamento ponevamo, invece, l’attenzione sulla valorizzazione economica delle risorse forestali nel mercato dei crediti di carbonio e nei servizi ecosistemici. Si tratta di uno strumento finanziario che consente di vendere quote di anidride carbonica (biossido di carbonio, CO2 ) ad aziende che svolgono attività altamente impattanti per l’ambiente.
Un passaggio che ci sembrava l’ennesimo passepartout per soggetti economici, come le compagnie petrolifere, che cercano costantemente occasioni di greenwashing per compensare il pesante impatto delle loro attività sui territori. La nostra preoccupazione era inoltre dovuta ad alcune dichiarazioni emerse durante delle audizioni in commissione, nelle quali si paventava la possibilità di utilizzare questo strumento per dare una boccata d’ossigeno al bilancio regionale.
La bocciatura di questo emendamento determinò la nostra astensione sulla votazione finale del provvedimento. Tuttavia la legge regionale contiene altri strumenti come il Piano di Valutazione delle Vulnerabilita’ Regionali (P.V.R.), che la giunta avrebbe dovuto trasmettere entro il 15 aprile 2019 e l’Osservatorio sui Cambiamenti Climatici (O.C.C.), organismo utile ad assicurare il supporto tecnico e metodologico relativamente al coordinamento e alla definizione delle strategie regionali di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Visto che nella legislazione regionale questi strumenti sono già a disposizione, ma non sono stati ancora attivati, abbiamo ritenuto chiedere a Bardi ed alla sua Giunta se e quando verranno effettivamente implementati e cominceranno a produrre effetti. Abbiamo inoltre, ritenuto importante chiedere a Bardi quale impatto l’articolato della legge 32/2018 abbia avuto sulle trattative in corso sulle concessioni di TOTAL ed ENI. Spesso le norme ci sono già, non ne servono di nuove: basta conoscerle per applicarle, cum grano salis.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale