Le dichiarazioni dell’ex gladiatore Pittella, a seguito dell’ispezione del 18 maggio di Regione, ISPRA, CNR e ARPAB presso il COVA di Viggiano, fanno ormai parte del solito ritornello del tutto apposto, della tranquillità e della piena fiducia in ENI, a cui i cittadini lucani non credono di più.
L’obiettivo di ENI e di Pittella è palese: si vuole far ripartire l’attività del COVA il prima possibile. Sembra di trovarsi di fronte a una vera e propria sceneggiata, montata ad arte per cercare di rassicurare la popolazione, che nei giorni scorsi è stata insultata e tacciata di provincialismo addirittura dal premier Gentiloni, solemente perché sta difendendo il proprio territorio, la propria salute e il futuro dei propri figli.
Questa accelerazione improvvisa da parte del cane a sei zampe che ha annunciato la rapida installazione di uno dei tre doppifondi è la prova lampante, che con la chiusura temponarena vengono minati gli interessi economici dell’azienda, e che finora ENI ha messo totalmente in secondo piano la tutela dell’ambiente e della salute, e che è stata costretta ad ammettere fortuitamente la perdita di 400 tonnellate di greggio nei terreni all’interno e all’esterno del COVA.
Avevo chiesto formalmente di poter partecipare all’ispezione con ISPRA e ARPAB, ma la Responsabile ENI del Distretto Meridionale, Francesca Zarri, mi ha risposto con un netto stop perché la comunicazione è avvenuta in ritardo, e ha chiesto per la prossima volta un preavviso maggiore.
A questo punto chiederò formalmente di poter visitare il COVA con tecnici di mia fiducia per verificare quanto fatto.
Rimane comunque un dato su cui si sta glissando completamente, ovvero la bonifica del sito inquinato. E’ questa la vera questione che ci interessa.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata