E’ davvero singolare la posizione espressa in questi giorni da parte di Confindustria Basilicata sulla vicenda petroliera. Si lanciano accuse di miopia rispetto a chi vede una contraddizione nella convivenza tra trivelle e agricoltura e turismo, ma si omette ogni analisi sulla situazione reale in cui si trova la Basilicata oggi.
Sarebbe il caso di analizzare con attenzione questi vent’anni di estrazioni petrolifere cosa hanno portato alla nostra terra. Sarebbe il caso, se si vuole condurre un’analisi seria e non offuscata da interessi di categoria, capire quali benefici sono derivati alla nostra Regione dal 1998 ad oggi in termini di occupazione, di aumento della ricchezza pro capite, in termini di pubblicità e di attrattività.
Sono di qualche giorno fa i dati di SVIMEZ: 16 mila giovani (7 mila laureati) costretti a fuggire dalla Basilicata negli ultimi 10 anni. Dati incontestabili che non lasciano spazio ad interpretazioni e che dovrebbero far riflettere anche il più tifoso e sostenitore delle politiche petrolifere in Basilicata.
Ma naturalmente è meglio non parlare di questi argomenti, è meglio tacere sull’emigrazione soprattutto giovanile, sul mancato sviluppo economico, sulla situazione occupazionale disastrosa che ha portato ad un lento ed inesorabile spopolamento della nostra regione.
Quali sono i reali benefici per la popolazione lucana che il petrolio ha portato ?
Quanti sono i cittadini lucani occupati a tempo indeterminato nella filiera del petrolio ?
Se già di per sé queste argomentazioni non bastassero a capire quanto siano state dannose per il nostro territorio le trivelle, allora forse è il caso di iniziare a parlare anche seriamente della situazione ambientale e di quella sanitaria.
Forse, per condurre un’analisi a 360 gradi del fenomeno, evitando di apparire troppo di parte, sarebbe opportuno iniziare a parlare dei cosiddetti danni collaterali.
Quanto paghiamo in termini di disastri ambientali ?
Quanto la Regione Basilicata è costretta a spendere per curare malattie che sono sempre più presenti nel nostro territorio e che si giustificano solo in presenza di un elevato tasso di inquinamento ?
Sono domande che prima o poi dovremo porci per essere onesti intellettualmente e per essere onesti con i cittadini lucani. Non è un caso che una Regione così piccola come la Basilicata, una regione in cui si procede a smantellare ogni giorno un reparto in uno dei tanti ospedali, non possa fare a meno della presenza del Crob di Rionero. E’ solamente un caso ? Oppure la questione sanitaria deve essere messa in conto quando si parla di petrolio ?
E’ proprio vero, occorre sgombrare il campo da analisi preconcette o strumentali e iniziare a guardare la realtà con onestà intellettuale.
Continuare a far finta di non vedere i problemi connessi alle estrazioni petrolifere, riportare numeri che sono facilmente contestabili perché riferiti al momento (basta considerare i dati sul turismo fortemente influenzati dalla prospettiva di Matera 2019) non aiuta certo la nostra Regione, ma fa solamente il gioco di chi in questi anni ha compiuto una vera e propria colonizzazione della nostra terra, piegando le regole a proprio piacimento e facendo il bello ed il cattivo tempo.
Il capogruppo M5S Basilicata
Gianni Leggieri