La situazione ambientale in Val d’Agri è insostenibile e continuare a minimizzare non è più possibile. Basta con la politica del tutto va bene, basta con le rassicurazioni di facciata di enti ed istituzioni che non appaiono più credibili agli occhi dei cittadini. Occorre essere drastici e smetterla con le politiche accomodanti. Vogliamo risposte chiare perché le rassicurazioni di facciata non servono più nessuno.
La situazione delle acque del Pertusillo, i problemi riscontrati a ridosso del Centro Oli di Viggiano, la situazione del Pozzo Costa Molina 3 a Montemurro dove sono stati ravvisati valori preoccupanti, superiori alla soglia di contaminazione, del Pozzo Pergola 1 a Marsico Nuovo, il divieto d’uso delle risorsa idrica sotterranea emesso dal Sindaco di Marsico Nuovo, mostrano come la situazione è fuori controllo.
Le rassicurazioni dell’ArpaB rispetto alla situazione dell’acqua marrone del Pertusillo non ci convincono perché come al solito non dicono niente. Dubbi legittimi ci vengono sia rispetto alla modalità e alla tipologia degli esami fatti, sia rispetto ai risultati annunciati. Che tipo di prelievi sono stati fatti? Sono stati prelevati campioni in superficie o anche in profondità? Sono stati raccolti campioni anche delle acque degli affluenti dell’invaso? Sono state fatte analisi sui sedimenti?
Sostenere che non si tratta di petrolio ma che la colpa della colorazione marrone è da attribuire a fantomatiche alghe non aiuta a comprendere la situazione. Cosa dice ArpaB per giustificare la presenza di queste alghe? E’ vero che vi è una situazione di eutrofizzazione dell’invaso? In caso affermativo, da cosa dipende questa situazione dell’invaso?
Ma la situazione della diga del Pertusillo non deve distrarre dalla situazione più generale che si registra in Val d’Agri. Sono tante le emergenze di questi giorni che abbiamo toccato con mano andando direttamente sul luogo del delitto. Cisterne senza doppio fondo presso il Centro Oli, petrolio e sostanze inquinanti trovate nei terreni a ridosso del Centro, acque inquinate e divieti di emungimento.
Perché accade tutto questo?
Questa è la vera domanda che la politica lucana evita di fare e di farsi. La risposta però semplicissima. Tutto questo accade perché la nostra terra è stata venduta, perché il petrolio vale più della salute dei cittadini lucani, perché manca una idea di sviluppo economico sostenibile.
Il M5S condanna con forza l’operato di chi avrebbe dovuto tutelare i cittadini lucani ed invece ha pensato solamente alle ricadute economiche che i Bilanci regionali avrebbero avuto dallo sfruttamento selvaggio del nostro territorio. I responsabili di questo disastro ambientale hanno nomi e cognomi che rimarranno scritti nella storia di questa Regione. Governatori e consiglieri regionali, Amministratori locali, responsabili di partito che hanno sostenuto queste scelte scellerate, un intero sistema politico istituzionale che ci ha portato sull’orlo di un baratro e fa di tutto per spingerci giù.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata