Nel dibattito politico che ha tenuto banco nelle varie compagini governative nazionali che si sono succedute negli ultimi anni, si è parlato in diverse occasioni di sblocco dei concorsi pubblici e dei contratti nella pubblica amministrazione. Spesso, i fatti che hanno seguito gli annunci, hanno ingarbugliato ulteriormente la matassa: l’esempio più rappresentativo è quello della cosiddetta ‘Buona Scuola’, riforma che ha scatenato il malcontento dell’enorme e variegata platea dei docenti precari.

Anche la Regione Basilicata, in quanto a concorsi pubblici, non è messa benissimo. Si continua  tutt’oggi a pagare il costo di alcune scelte scellerate messe in campo dai governi precedenti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: graduatorie di concorsi pubblici che difficilmente vengono rispettate e selezioni pubbliche (camuffate da concorso) che generano recriminazioni  da parte dei vincitori, i quali chiedono di essere assunti dalla Regione.  Troppo spesso il Consiglio Regionale si è trovato ad affrontare questo genere di situazioni, cercando soluzioni improbabili e impossibili da attuare, visti i pesanti vincoli a cui sono sottoposti i bilanci dell’ente.

Nonostante gli errori del passato, anche per quei pochi concorsi che vengono banditi, si tende a perseguire vie tortuose e poco trasparenti. Chi non ricorda la clamorosa marcia indietro dell’ASM Matera sul concorso pubblico per infermieri?

Un altro caso emblematico è emerso negli ultimi mesi, relativamente alla procedura selettiva di un dirigente amministrativo con incarico quinquennale di Direzione della Struttura Complessa “Provveditorato/Economato” dell’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” di Potenza. Al concorso, bandito nell’aprile 2016, hanno preso parte tre candidati e il vincitore ha ottenuto il conferimento dell’incarico ad agosto. Ci dovremmo complimentare per la velocità di espletamento della selezione se non fosse per il fatto che, sulla procedura, sono stati sollevati pesanti dubbi da parte di uno dei partecipanti che è ricorso al TAR Basilicata per l’annullamento e la sospensiva di tutti gli atti della procedura selettiva. Gli atti sarebbero viziati da una serie di presunte illegittimità e irregolarità nella valutazione dei titoli e nella conseguente attribuzione dei punteggi.

L’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” sembra decisa a non concedere la sospensiva e punta sul giudizio del TAR atteso nei prossimi mesi.

Crediamo che questo episodio debba essere valutato attentamente dalla Giunta regionale, soprattutto alla luce dei rilievi mossi da Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), nei confronti del sistema di appalti della sanità lucana. Infatti, tra le funzioni che la posizione bandita tramite concorso prevede, vi sono la programmazione e la gestione degli appalti pubblici per l’approvvigionamento di beni, servizi e forniture, aspetti sui quali l’ANAC aveva evidenziato pesanti criticità. In particolare, nel caso dell’AOR, furono rilevate anomalie nel servizio di gestione e manutenzione degli impianti elettrici oltre ad affidamenti diretti per € 4.351.144,75 e affidamenti tramite procedure negoziate senza previa pubblicazione del bando di gara per € 24.708.876,30;

Sappiamo quanto Pittella ami minimizzare, ma su questa vicenda ci si aspetta un segnale concreto, qualcosa di veramente rivoluzionario che segni un reale cambio di passo nella corretta gestione della cosa pubblica e nella valorizzazione della meritocrazia.

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Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale

 

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