A seguito dell’audizione in III commissione dei componenti dell’Ufficio Compatibilità Ambientale, sentiamo il dovere di condividere quanto fino ad ora denunciato da comitati e cittadini.
Sulla vicenda si è espresso il Consiglio di Stato (il Comune di Picerno non si è costituito), che ha annullato la sospensiva concessa dal Tar, ma che avrebbe ritenuto la rete nazionale dei Radar già perfettamente funzionante anche senza il nuovo Radar di Monte Li Foj.
Si tratta di un radar meteorologico doppler per un progetto della Protezione Civile, che ha come obiettivo il monitoraggio dei fenomeni meteorologici nell’ambito di un programma nazionale per il potenziamento delle reti di osservazione dei fenomeni meteo-idro-pluviometrici.
E’ da tempo che il Comitato ha intrapreso attività di protesta sul progetto evidenziandone l’inutilità e il forte impatto che lo stesso avrà, non solo sulla popolazione, ma anche sulla fauna che popola l’area. Le soluzioni sino ad ora proposte sono ritenute insufficienti e contrastanti tra loro: il sindaco di Picerno proponeva di delocalizzare l’impianto in prossimità dei ripetitori tv, ma la Protezione Civile ha paventato possibili interferenze di segnali.
Tuttavia, dopo l’audizione in commissione, siamo rimasti basiti dal comportamento assunto dal Dott. Grippa, ma soprattutto da quanto dichiarato dallo stesso e dall’ARPAB, che avrebbe affermato di non essere in grado di fare una stima degli effetti e che avrebbe potuto solo effettuare misurazioni una volta installato il radar.
L’impianto avrebbe un meccanismo che produce un impulso di 500 kw in un lasso di tempo pari a 2 microsecondi, una botta paragonabile ad uno schiaffone in faccia assestato con cadenza regolare. Il progetto, stando a quanto affermato dal Dott. Grippa, sarebbe stato sottoposto a valutazione di incidenza che, a suo dire, avrebbe una portata “limitata”. Quando gli abbiamo chiesto se era stata messa in campo qualche valutazione relativa ad eventuali danni da inquinamento elettromagnetico anche alla fauna che caratterizza l’ambiente interessato, il Dott. Grippa ha affermato che l’ufficio non ha rilevato questo tipo di dati, ma ha letteralmente evitato di rispondere alla domanda sul tipo di iniziative messe in campo per rilevare questi dati.
Basta leggere gli indirizzi del Ministero dell’Ambiente in materia, i quali evidenziano come lo studio per la valutazione di incidenza debba contenere una descrizione dettagliata del piano o del progetto che faccia riferimento, in particolare, alla tipologia delle azioni e/o delle opere, alla dimensione, alla complementarietà con altri piani e/o progetti, all’uso delle risorse naturali, alla produzione di rifiuti, all’inquinamento e al disturbo ambientale, al rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate; un’analisi delle interferenze del piano o progetto col sistema ambientale di riferimento, che tenga in considerazione le componenti biotiche, abiotiche e le connessioni ecologiche.
Alla luce di quanto dichiarato (e non) ieri appare evidente che, se la Valutazione di Incidenza Ambientale non tiene conto dell’inquinamento (elettromagnetico in questo caso), è fatta in maniera difforme o non completa.
Non possiamo non stigmatizzare quanto accaduto ieri: il funzionario dell’ufficio compatibilità ambientale si è rifiutato di rispondere alla domanda precisa, seria ed inequivocabile di un consigliere regionale che svolgeva la sua attività di commissario all’interno della commissione competente. Il nostro obiettivo non è quello di fare i carabinieri in maniera strumentale, bensì quello di vigilare affinchè gli uffici regionali svolgano in maniera corretta il loro operato nell’interesse della collettività. A guardare gli scempi presenti su tutto il territorio regionale, ammettiamo che la strada è lunga e il lavoro da fare è ancora molto.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale