La vicenda La Ronda è arrivata a un bivio, o meglio a una scelta delegata agli stessi dipendenti lasciati soli al proprio destino.
La scelta venuta fuori dalla consultazione di ieri è stata quella di non accettare le condizioni poste dalla COSMOPOL SpA, attraverso la sua costituita BASILICATA COSMOPOL Srl. I dipendenti hanno detto no ad una significativa decurtazione dello stipendio, alla sottoscrizione di un contratto di solidarietà che li vedrebbe ripartire da zero, cancellando oltre 30 anni di carriera, e infine, lavorare sotto la spada di Damocle del Jobs Act.
Le condizioni della COSMOPOL in sostanza si concretizzano in meno ore di lavoro, perdita del valore degli anni di lavoro, futuro incerto per i dipendenti più anziani che con il Jobs Act potrebbero essere fatti letteralmente fuori in favore di lavoratori più giovani, anche grazie all’espletamento di corsi di formazione, certamente cosa più conveniente per la società acquirente da un punto di vista economico.
La crisi della società lucana di vigilanza e trasporto risiede apparentemente nel famoso furto avvenuto all’interno del caveau della stessa, ma la maggior parte dei lavoratori è convinta che le responsabilità ricadono in anni di cattiva gestione.
Detto ciò, oggi si lamenta la totale assenza della politica lucana, pare, addirittura, che in regione nessuno fosse al corrente della costituzione della COSMOPOL Basilicata Srl, almeno fino alla giornata nella quale i dipendenti si sono riuniti per decidere se accettare o meno le condizioni contrattuali.
Possibile che la regione lanci la pietra con la pubblicazione di un bando pubblico per la rilevazione della società e poi nasconda la mano eclissandosi di fronte alle compressioni dei diritti dei lavoratori da parte della società vincitrice?
Nel contesto attuale di crisi, non si può consentire il disprezzo della condizione umana. Pittella deve riflettere sul significato e sul valore della dignità quale premessa e condizione di uguaglianza che al tempo stesso è espressione di solidarietà e fondamento della libertà. Su questi temi, i dipendenti dell’Istituto di Vigilanza La Ronda, hanno dato una vera e propria lezione alla politica lucana.
Forse, siamo ancora in tempo a salvare il destino di questi uomini e delle loro famiglie. Ovviamente è necessario che il Presidente della regione intervenga in maniera decisa una volta per tutte sulla vicenda.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata
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