Il 6 ottobre scorso si è celebrata la prima udienza del processo su Trivellopoli, l’inchiesta che pare aver scoperchiato un pentolone verminoso dell’indotto petrolifero. Sono oltre 70 i soggetti (tra cui 10 le società) comparse davanti ai giudici. Oltre agli ormai nomi noti come Rosaria Vicino (il “capo dei capi” di Corleto Perticara), Gianluca Gemelli (faccendiere e compagno dell’ex Ministro Guidi) e Vincenzo Robortella (consigliere regionale premiato con la presidenza della commissione ambiente), tra gli imputati anche i tre ex-direttori dell’ARPAB (Vincenzo Sigillito, Raffaele Vita ed Aldo Schiassi), e due dirigenti regionali, Salvatore Lambiase (dirigente dell’Ufficio Compatibilità Ambientale) e Donato Viggiano (ex direttore del Dipartimento Ambiente).
Tra i soggetti che, invece, si ritengono parte lesa e, per questo, si sono costituiti parte civile, dovrebbe esserci anche la Regione Basilicata che, tramite una delibera datata 3 ottobre 2016, ha autorizzato il suo Presidente a costituirsi in giudizio in rappresentanza della Regione stessa nel procedimento penale n. 4542/10 R.G.N.R. – n. 3154/11 R.G.G.I.P pendente presso il Tribunale di Potenza, Ufficio del GIP.
La delibera non è il massimo della chiarezza: non appare riconducibile con certezza al processo c.d. “Petrolgate” e non è dato sapere nei confronti di quali imputati la Regione Basilicata si sia effettivamente costituita. Secondo notizie di stampa (“Il Quotidiano di Basilicata” dell’8 ottobre 2016), la Regione si sarebbe costituita nei confronti di tutti gli imputati (incluso il consigliere regionale Robortella) fatta eccezione proprio per i dirigenti regionali Lambiase e Viggiano.
E’ importante essere trasparenti anche su questo punto: la Regione Basilicata, quale ente territoriale rappresentativo della comunità lucana, è parte danneggiata nell’ambito dell’evidenziato procedimento penale. Come evidenziato dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, un ente locale ha diritto, previa costituzione di parte civile, al risarcimento dei danni ogni qualvolta vengano intaccati o menomati interessi collettivi connessi alla tutela ambientale del territorio e, in generale, del bene “ambiente” (motivazioni che hanno spinto la Sindaca di Pisticci, Viviana Verri, a costituirsi parte civile nel procedimento).
Urge quindi un chiarimento da parte del Presidente Pittella per fugare qualsiasi dubbio sulla costituzione di parte civile o presunta tale.
Vi è stata o meno la quantificazione dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dalla Regione Basilicata? Vi sono altri dipendenti regionali imputati nel processo? Quali sono i provvedimenti disciplinari adottati nei confronti dei dipendenti regionali sino ad ora noti?
Pittella, si faccia coraggio e venga a dettagliare in aula, magari durante quella famosa seduta durante la quale si dovrà discutere esclusivamente della riapertura del COVA.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale