Leggendo il documento “Patto per la Regione Basilicata” molte volte mi è tornata alla mente una frase di Pier Paolo Pasolini:
“il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia”.
Anche questo “Patto per la Regione Basilicata” è l’ennesima dimostrazione di inconciliabilità tra il “coraggio della verità” e la sua “pratica politica”, il suo governo della cosa pubblica e delle immense risorse del territorio lucano che a tutto risponde fuorché all’esclusivo interesse dei cittadini lucani, delle famiglie e delle microimprese, delle piccole e medie imprese lucane: gli unici nostri “datori di lavoro”, cui spetta la sovranità della Basilicata. Una sovranità che la Commissione dell’Unione Europea e questo Governo Renzi, da ultimo con una “schiforma” incostituzionale e antidemocratica della Costituzione, intende, di fatto, togliere ai cittadini.
Più che un “Patto”, infatti, questo documento che Lei, Presidente Pittella, sottopone oggi all’attenzione del Consiglio, appare avere tutte le caratteristiche tipiche del cosiddetto “Pacco”, ovvero, nel linguaggio gergale e informale, del “bidone”, del raggiro, dell’ennesimo imbroglio ordito ai danni dei lucani.
Merita un giudizio così severo e così tranciante un documento che altro non è che una “riedizione” di altri documenti di “programmazione” che lei ha presentato solo qualche mese addietro a quest’Aula, Presidente Pittella, quali ad esempio la relazione sullo stato di attuazione dei progetti finanziati con i fondi comunitari.
Ma cos’è il “Patto per la Regione Basilicata”? Cosa si nasconde dietro una denominazione apparentemente così solenne? Altro non è che un accordo che si andrà a stipulare, non si sa quando, tra il Presidente del Consiglio dei Ministri, Renzi, e il Presidente della Regione Basilicata, Pittella. Ma per fare che, per quali finalità?
Ce lo dice l’articolo 2 della bozza del Patto:
“i Soggetti sottoscrittori” (cioè, Renzi e Pittella) “intendono definire un percorso per una manovra unitaria e complessiva di intervento sul territorio della Regione Basilicata, finalizzata allo sviluppo economico, produttivo ed occupazionale dell’area, nonché alla sostenibilità ambientale ed alla sicurezza del territorio”
E come si vogliono realizzare queste ambiziosissime finalità? Attraverso il “rapido avvio e garantendo l’attuazione degli interventi considerati strategici, nonché facilitando la nuova programmazione nazionale e comunitaria 2014-2020”.
Il duo Renzi-Pittella si propone di realizzare “sviluppo economico, produttivo ed occupazionale dell’area (la Basilicata), nonché la “sostenibilità ambientale” la “sicurezza del territorio”.
Certo quanto a “sostenibilità ambientale” ed a “sicurezza del territorio”, Pittella non poteva trovare partner più idoneo e indicato di Renzi, fautore unico col suo PD, dello Sblocca Trivelle (art. 38 dello Sblocca Italia) e dello Sblocca Inceneritori (art. 35 dello stesso “Sblocca” anzi “Sbrocca” Italia)!
Quale credibilità ha Renzi quando si pone obiettivi simili rispetto ad una terra come la Basilicata costantemente aggredita dalle mire predatorie delle compagnie petrolifere e dalle lobby che osteggiano (al di là delle dichiarazioni di facciata) la concreta realizzazione di un ciclo di gestione virtuoso dei rifiuti (davvero “Rifiuti Zero”), perché fanno sontuosi profitti sulle discariche e sull’incenerimento dei rifiuti?
Ma di cosa stiamo parlando?! Davvero la manipolazione del vocabolario si è spinta fino al punto di farci smarrire l’autentico significato delle parole? Di negare l’evidenza dei fatti?
Il “Patto” è pieno zeppo di parole e termini con cui si cerca di capovolgere il senso e il significato. “Chiunque detenga il potere può controllare anche il linguaggio, e non solo con le proibizioni della censura, ma anche cambiando il significato delle parole” scrive il poeta polacco Czeslaw Milosz, citato da Gianrico Carofiglio. Il quale chiosa, richiamando Primo Levi: nella lingua del Terzo Reich, tronfia e urlata, “lo stile obbligatorio per tutti era quello dell’imbonitore”.
Ed è con il classico stile dell’imbonitore televisivo che Renzi offre a Pittella il suo aiuto per spendere i soldi che dovrebbero giungere in Basilicata per il ciclo comunitario 2014-2020: la Regione Basilicata avrebbe una dotazione di 2,4 miliardi di euro. Quasi 1800 milioni saranno gestiti direttamente dalla Regione, i rimanenti 600 milioni dal Governo. Fino al 2020 la Lucania avrà, complessivamente, circa 3 miliardi di euro da spendere per le politiche di sviluppo. Una montagna di soldi: rispetto alla quale Pittella e Renzi, si pongono, di fronte al cittadino lucano, come il Gatto e La Volpe del Pinocchio di Collodi: “di noi ti puoi fidar”!
Renzi, con la complicità di Pittella, vuole mettere le mani sui fondi comunitari che arriveranno in Basilicata: lo dimostra l’utilizzo dei “Contratti Istituzionali di Sviluppo” (CIS, istituiti da Berlusconi nel maggio 2011) che altro non sono che contratti sottoscritti dal Ministro per la Coesione Territoriale, d’intesa con il Ministro dell’Economia e Finanze e da altre amministrazioni pubbliche competenti (tra cui Regioni, Ferrovie dello Stato e RFI, Rete ferroviaria Italiana, la SpA dello Stato che gestisce la rete ferroviaria di cui hanno arrestato – con l’accusa di aver truccato degli appalti milionari – il presidente, l’ingegnere Dario Lo Bosco). I CIS sono contratti teoricamente “volti a eseguire interventi prioritari di sviluppo, soprattutto nelle aree svantaggiate e nel Mezzogiorno”. E come sono finanziati questi CIS? Dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC 2007-2013 e 2014-2020), dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, dalle risorse del Piano di Azione e Coesione (PAC) e da ulteriori fonti finanziarie “nell’ottica della programmazione unitaria”: Programma Operativo 2014-2020 ma anche, immancabile, il “mitico” project financing.
E quali sono i “campi dei miracoli” proposti dal duo “collodiano” Renzi-Pittella ai lucani per impiegare e moltiplicare i denari comunitari?
Al netto di qualche nuovo inglesismo, sono praticamente sempre gli stessi “interventi strategici” molte volte già declamati, sempre in modo vago e indefinito, sia da Pittella che, con tecnica da consumato piazzista di pentolame, dal suo comprimario fiorentino, Renzi.
Anzitutto, si elencano una lista di interventi finalizzati a colmare il gap “infrastrutturale”: piattaforma logistica Pisticci, centro intermodale di Ferrandina ma anche “connessioni rete nazionale trasporti” tra i quali vengono inseriti anche due “corridoi” ferroviari: Potenza – Matera – Bari e quello “Matera – Ferrandina – Pisticci”, e poi una decina di altri tra i quali quello destinato alla Aviosuperficie “E. Mattei” contemporaneamente anche per l’aeroporto di Pontecagnano (Salerno) cui la Regione Basilicata vorrebbe destinare ulteriori 9 milioni di euro “a valere sul programma dei fondi europei 2014 – 2020”, nonostante il suo recente declassamento.
Insomma, in tema di trasporti e infrastrutture, c’è di tutto, di più: decine di interventi, piccoli ma anche molto corposi, eppure completamente scoordinati e scollegati l’uno con l’altro, in un disegno complessivo assolutamente distonico e disarmonico ma che, soprattutto, non fa i conti con l’indisponibilità di Ferrovie dello Stato a considerare la Basilicata una regione con gli stessi diritti alla mobilità ferroviaria delle altre regioni, in primis del Nord.
E non solo in materia di infrastrutture, dinanzi ad un coacervo caotico di interventi, promessi e magnificati sulla carta, sprovvisti di indicazioni, anche generiche e di massima, di tempi e di finanziamenti, appare legittimo che sorga un dubbio: ma il “Patto” è l’ennesima mera e brecera operazione di marketing politico del duo Pittella-Renzi ?
Il dubbio si rafforza se si leggono gli altri “interventi strategici” promessi, quali ad esempio:
– Adeguamento e riqualificazione strutture sanitarie;
– Programma per l’adeguamento delle strutture sanitarie e la riqualificazione strutturale ed impiantistica.
Ma qual è la residua credibilità di Renzi anche in merito al rispetto dei diritti inviolabili alla salute dei cittadini lucani? Rispetto a quanto previsto dal Patto Nazionale per la Salute 2014-2016 (115,4 miliardi), il disegno di Legge di Stabilità 2016 prevede che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) nel 2015-2016 venga definanziato per 4,4 miliardi, cifra che si aggiunge agli oltre 25 (miliardi di euro) già sottratti al SSN dalle precedenti manovre finanziarie nel quadriennio 2012-2015. I tagli del Governo nazionale interessano anche il fondo per la sanità delle Regioni e produrranno una diminuzione dei trasferimenti anche per la Basilicata; la stima per il 2015 è di circa 23 milioni di euro in meno, a cui si dovrebbe aggiungere un ulteriore diminuzione di 12/15 milioni di euro!
In tema di ambiente, la vera priorità e il vero asset strategico della Basilicata, cosa prevede il Patto? Poco o nulla. Rilievo solo alla “realizzazione impianti depurazione” per i quali la Basilicata è incorsa in procedure di infrazione comunitaria e pochissimo altro. Il “Patto” tace, incredibilmente, sul livello di allarme raggiunto dall’inquinamento da idrocarburi e sulla necessità e urgenza di procedere allo “stop” totale e incondizionato di nuove estrazioni, sia in terra che in mare, al fine di realizzare un sistematico monitoraggio del territorio ed a una bonifica dello stesso: tutelare quello che resta dell’agricoltura, del territorio e delle produzioni agricole di qualità della nostra regione. Il nostro oro è blu, Presidente Pittella: è l’acqua! Non è il petrolio, di scarsa quantità e qualità, che, al popolo lucano, non conviene estrarre!! Oltre alle miserrime ricadute occupazionali, il trend del prezzo al barile pronosticato da Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo, addirittura a 20 euro nei prossimi anni, rende ancora più incredibile e assurdo l’accanimento delle multinazionali del petrolio per i giacimenti lucani: imitiamo i paesi più civili ed evoluti come la Danimarca e come il Costarica, Presidente Pittella, che hanno praticamente dimostrato che abbandonare definitivamente i combustibili fossili, non solo è possibile ma che si deve! Salviamo il nostro territorio, fragilissimo, sia geologicamente che idrograficamente dall’assalto petrolifero!
Il M5S Basilicata crede convintamente in un modello alternativo di sviluppo che capovolge il paradigma classico del “più crescita, più PIL, più occupazione, più benessere”: un paradigma completamente e drammaticamente smentito dai fatti. Come molti tra gli economisti più coraggiosi e innovatori vanno da tempo dicendo e scrivendo, il futuro si chiama “economia circolare”, Presidente Pitella. Basta leggere le ultime dichiarazioni di Jeremy Rifkin sulla “Terza Rivoluzione industriale”: “Entro 25 anni non useremo più energia derivata dal petrolio e dal nucleare: proverrà integralmente da fonti rinnovabili” (…) “l’energia solare costerà sempre meno, ognuno sarà in grado di produrla da solo e vendere quella che non gli serve”. È una trasformazione radicale, da consumatori a prosumer, produttori e consumatori allo stesso tempo; dopo quella del vapore e dell’elettricità, la Terza rivoluzione Industriale passa per il digitale e l’economia della condivisione, appunto “l’economia circolare”. Non avrà più importanza il possesso delle cose, dei beni, ma quello che conterà sarà poter accedere ai servizi.
Questa “vision” è del tutto assente nel “Patto”: è inquietante leggere di un rafforzamento del “cluster” “chimica verde” del tutto disancorata, ad esempio, da filiere autenticamente “biologiche” e di valorizzazione delle produzioni agricole lucane di qualità da realizzare bandendo l’impiego di fertilizzanti chimici.
Appare del tutto spocchioso, didascalico e finanche irrispettoso della enorme disoccupazione intellettuale citare nuovamente obiettivi che ribadiscono l’importanza di investire in “ricerca e sviluppo” e innovazione, sia nella “cultura” come “obiettivi strategici”: finora sia il Governo che la Regione Basilicata non ha fatto assolutamente nulla di concreto in materia, se non continuare ad alimentare, con consistenti rimesse, inefficienti enti regionali, “postifici” ad appannaggio della classe politica regionale. Restano inascoltate, come sempre, d’altronde, le raccomandazioni dell’ultimo rapporto della SVIMEZ sull’ “utilizzo sapiente delle risorse nazionali ed europee che, unito a una precisa volontà politica di sostegno al settore, potrebbe creare 200mila nuovi posti di lavoro nel Mezzogiorno, di cui circa 90mila laureati”.
In questo contesto di mancanza di visione e di dilapidazione sistematica dei fondi pubblici e comunitari in mille rivoli, a che serve poi l’ “Agenda Digitale regionale e “Scuola Digitale” così come il completamento infrastruttura Banda Ultra larga?
A cosa serve la Scuola Digitale se, come certificato dalla SVIMEZ, la scuola nel Mezzogiorno è ”un ascensore sociale mancato”? Al Sud riguardo alla “qualità” dell’istruzione si dice che “non sembra insomma in grado di emancipare i ragazzi dalle origini sociali della famiglia: la mobilità sociale si ferma fin dai banchi di scuola, e si continua a crescere come si nasce. I problemi della scuola vanno quindi oltre la scuola, e spesso la precedono”. A questo proposito, Presidente Pittella, anche la SVIMEZ, nell’ultimo rapporto, ribadisce la necessità di introdurre una misura di giustizia e redistribuzione sociale quale è il “Reddito di Cittadinanza (nell’ultima versione proposta dal Movimento 5 stelle)”.
Il “Patto” omette completamente qualsiasi cenno e riferimento a misure così importanti ed essenziali, senza le quali qualsiasi programmazione, seppur articolata, di opere pubbliche e di obiettivi (più o meno ambiziosi), è votata ad un sicuro fallimento.
Purtroppo, ancora una volta duole segnalare che il “Patto”, unitamente ad altri documenti programmatori, è espressione di una visione di Basilicata completamente rivolta all’indietro, al “passato”, con tutti i vizi e le terribili aporie di cui è costellato il passato lucano: tutt’intorno alla Basilicata il mondo cambia alla velocità della luce e il duo Renzi-Pittella non sono in grado né di comprenderlo e né, quindi, di immaginare e proporre un futuro di benessere per il lucani e per la Basilicata: “sono troppo pochi i politici capaci di immaginare il futuro e comunicarlo, ma una volta raccontata la storia ecco che tutto comincia a cambiare” (Rifkin).
In ultimo, ci permettiamo di tornare a rammentarLe, Presidente Pittella, che la Commissione Europea ha raccomandato il rispetto delle seguenti “condizionalità ex-ante” di competenza regionale che devono essere rispettate entro il 31 dicembre 2016:
– Documento strategico regionale per l’attuazione dell’Agenda digitale in linea con la strategia nazionale;
– Piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche;
– Piano di tutela delle acque;
– Piano regionale dei trasporti;
– Piano di Rafforzamento Amministrativo;
– Legge sulle azioni regionali attuative dello Small Business Act;
– Strategia di specializzazione intelligente (RIS3).
Ad un anno dalla scadenza, la Regione Basilicata, fatta eccezione per il “piano di rafforzamento amministrativo”, parzialmente avviato, non si è ancora dotata di nessuno di questi essenziali strumenti pianificatori preliminari.
Badi alle cose serie, Presidente PIttella: i lucani non meritano altri “patti” che odorano di “pacchi”, che si definiscono “per la Basilicata” ma sono scritti per umiliarla e per spogliarla di risorse, sovranità e dignità. Questi ”pacchi” il M5S li rispedisce al mittente!
Leggi qui il Patto per la Basilicata: –>>
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata