Durante i giorni caldi e spensierati che hanno caratterizzato questa estate, strane presenze si aggiravano a largo della costa ionica lucana, precisamente all’altezza di Rotondella: due imbarcazioni con attrezzature non meglio identificate a seguito. Alcuni cittadini, incuriositi, hanno immortalato le imbarcazioni e le foto hanno iniziato a fare il giro della rete, scatenando commenti e interrogativi su quelle strane presenze a largo. In molti hanno subito pensato all’avvio di attività di ricerca di idrocarburi, quelle stesse attività che tanto hanno preoccupato i vari Pittella, Emiliano, Oliverio e che incombono minacciose sui nostri mari.
La conformazione delle imbarcazioni porterebbe a pensare che si sia trattato di imbarcazioni che effettuavano le prime attività finalizzate alla ricerca di giacimenti petroliferi in mare attraverso la tecnica dell’ “air-gun”. L’ “air-gun”, come confermato in un recente dossier di Legambiente, è una tecnica di ricerca degli idrocarburi che arreca danni irreversibili alle specie marine, insostenibili impatti sulle attività di pesca a seguito dell’impoverimento della fauna ittica e della drastica riduzione della biodiversità marina; come definita in un’intervista dalla prof.essa Maria Rita D’Orsogna, l’ ”air gun” è una “tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. (…) Ci sono degli spari fortissimi e continui, ogni 5 o dieci minuti, di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo.
Anche noi, preoccupati da queste strane presenze a largo della costa lucana, abbiamo chiesto informazioni alla Guardia Costiera, ma ad oggi non abbiamo ricevuto risposte. Per questo motivo abbiamo ritenuto opportuno presentare una interrogazione in consiglio regionale per conoscere quali azioni e provvedimenti il Presidente della Giunta e/o il competente assessore intendano porre in essere per verificare se quanto innanzi riferito risponda a verità e in caso affermativo, se la Regione Basilicata abbia o meno presentato le proprie osservazioni al Ministero dello Sviluppo Economico.
La nostra preoccupazione per l’invasione delle trivelle in mare e in terra aumenta giorno dopo giorno: da una parte vi è Renzi che prosegue dritto come un treno nel suo disegno trivellatore, dall’altra vi sono governatori come Pittella ed Emiliano che si limitano a mandare sterili messaggini al ducetto dalle varie sagre del PD programmate in questi giorni.
Speriamo vivamente che da questa ennesima mediazione col governo (è previsto un incontro a Bari per il 18 settembre a margine della Fiera del Levante), si ottengano risultati concreti e non pacchi come quelli ottenuti da Marcello da Lauria in questo anno e mezzo di legislatura.
Gianni Perrino
Capogruppo M5S Basilicata – Consiglio Regionale