Dopo un’estenuante seduta, iniziata con l’usuale ritardo di qualche ora e piena di interventi prolissi e ridondanti di gran parte dei componenti del Consiglio regionale, maggioranza PD e “pittelliana” insieme a parte dell’opposizione (Sel, Lb-Fdi, Pdl-Fi, fatta eccezione per il M5S), hanno votato compatte una mozione che impegna il Presidente Pittella e la sua Giunta a chiedere al Parlamento la modifica degli art. 37 e 38 del decreto c.d. “Sblocca Italia”. In particolare, si è richiesta la loro riscrittura in coerenza con la vigente Costituzione che assegna alle Regioni “competenza concorrente” nella gestione delle fonti di energia (compresi gli idrocarburi). Attenzione però: nella mozione approvata dallo schieramento bipartisan, si impegna Pittella a barattare le attuali e future estrazioni petrolifere della Basilicata con le royalties di cui si chiede, modificando anche l’art. 36 del decreto “Salva Italia”, l’esclusione dal patto di stabilità.
Nella mozione (poi trasformata in risoluzione) proposta, invece, dal M5S veniva richiesto a Pittella di intervenire sul Parlamento per cancellare lo “sblocca trivellazioni” disposto da Renzi con evidente vizio di incostituzionlità. Con decreto legge lo Stato avoca a sè tutte le competenze (esclusive) in materia di fonti energetiche, in palese violazione dell’art. 117 della Costituzione e del principio di leale collaborazione con le Regioni. La nostra mozione chiedeva, nel caso in cui il decreto “Sblocca Italia” venisse convertito nell’inaccettabile formulazione attuale, di impugnarlo innanzi alla Corte Costituzionale.
Il nostro documento conteneva inoltre, riferimenti più ampi e articolati, che toccavano aspetti quali la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente. Al contrario, il documento licenziato dal Consiglio lega indissolubilmente l’impugnazione dello ‘Sblocca Italia’ alla esclusione delle royalties dal famigerato patto di stabilità. Il Consiglio e il “Gladiatore” (di cartone) dimenticano, però, che la legge regionale approvata a luglio scorso che “sbloccava” le royalties è stata impugnata da Renzi innanzi alla Corte Costituzionale.
Unico in Consiglio, il M5S non ha ceduto al “ricatto” delle royalties, ribadendo che l’aggressione al territorio della Basilicata è diventato ormai insostenibile. Non solo va fermato Renzi, ma vanno fermate anche tutte le trivellazioni: l’entità dei danni ambientali e sanitari che la filiera del petrolio sta arrecando ai lucani ed alla Basilicata è di gran lunga superiore a qualsiasi royalty. Dal petrolio la Basilicata ha ottenuto solo povertà e malattie!
Per la cronaca: la nostra mozione-risoluzione ha ottenuto 2 voti favorevoli (i nostri), 12 astensioni e 0 voti contrari. Ma la lotta del M5S va avanti. La terra lucana e la salute dei suoi cittadini non possono essere svenduti per quattro soldi a favore delle multinazionali del petrolio e del gas!
Vedi mozione/risoluzione: –>>