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Un dibattito di alto livello scientifico quello che si è tenuto sabato 13 aprile a Scanzano; la Professoressa Albina Colella (UNIBAS) e il Dottor Piernicola Pedicini hanno relazionato su tutte le tematiche ambientali e mediche strettamente collegate alle problematiche del petrolio in una terra, quella del metapontino, che risulta essere tra le più maltrattate dal punto di vista ambientale.
L’intervento della Proff.ssa Colella ha dimostrato ancora una volta l’assoluta incompatibilità delle estrazioni petrolifere con il territorio lucano, non lesinando critiche ai vertici Eni e a quelli che sono i responsabili politici di questa regione. Troppi sono i campanelli di allarme, basti pensare alle carpe morte del Pertusillo, agli altissimi livelli di inquinamento del fiume Basento ed alle sfiammate anomale (ma non troppo), tutto amaramente confermato dalle inchieste in corso da parte della Procura della Repubblica. Le tecnologie utilizzate per le estrazioni petrolifere mostrate dalla professoressa appaiono francamente insufficienti e i risultati sul territorio sono drammatici nella loro evidenza.
Pedicini, ha ben evidenziato i conflitti di interesse tra sanità, politica e affari, citando prima il luminare Umberto Veronesi, cantore degli inceneritori che ingrassano la sua fondazione e poi, il più vicino Rocco Galasso, direttore generale dell’Irccs Crob di Rionero, il quale in un’intervista ‘tranquillizzava’ l’opinione pubblica sulla correlazione tra aumento dei tumori in Basilicata e siti industriali.
La medicina basata sull’evidenza, così l’ha definita Pedicini, oltre a smascherare le dichiarazioni di personaggi troppo legati alla politica e alle logiche affaristiche mostra il lato sporco, sporchissimo della medaglia: tumori, leucemie, malformazioni e altri disturbi sono diffusissimi tra coloro che si trovano a convivere con realtà industriali altamente inquinanti.
Leggieri e Perrino hanno nuovamente esortato il pubblico in sala a collaborare all’attvità consiliare, come a ribadire l’impegno nella battaglia contro coloro che questa terra l’hanno distrutta e saccheggiata e che purtroppo si piegano ancora all’elemosina proposta dalle multinazionali del petrolio.
Non vogliamo che il Basento diventi nero come succede nei fiumi nigeriani nei pressi dei giacimenti controllati dall’Eni, non vogliamo che la gente muoia lentamente, non vogliamo che la nostra terra diventi un deserto di morte, LA BASILICATA NON È COMPATIBILE CON IL PETROLIO!
Un sentito ringraziamento agli organizzatori dell’evento.