Il Cdm ha approvato il “decreto energia”, una misura che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe servire a limitare i disagi provocati dall’aumento del prezzo della benzina e degli oneri energetici delle famiglie. Una serie di bonus che tamponano momentaneamente una situazione che, palesemente, rischia di sfuggire di mano all’esecutivo. Infatti, si tratta, per la maggior parte, di misure temporanee, le quali, urge sottolinearlo, sottolineano anche un sostanziale fallimento di Giorgia Meloni nel cercare e trovare misure per pilotare, ad esempio, il prezzo del carburante.
Il riferimento è al decreto Trasparenza dello scorso gennaio, che prevedeva la reintroduzione dell’accisa mobile, in caso di aumento del costo dei carburanti. L’approvazione del bonus di 80 euro rappresenta l’ennesima retromarcia del governo. Dalla benzina al Pos, dagli extraprofitti bancari ai voli. L’esecutivo vive di retromarce, un simbolo di quanto si stia brancolando nel buio.
Inoltre, all’interno del decreto erano stati previsti 56 milioni per la scuola, per le supplenze brevi per sostituire docenti assenti per maternità, paternità, malattia o permessi legge 104. La misura, inizialmente inclusa nel decreto, è stata rimossa poiché ritenuta non coerente con l’ambito energetico. In compenso c’è un condono sugli scontrini, il quale, in teoria, non avrebbe nulla a che vedere con “l’ambito energetico”.
L’ennesimo regalo ai furbetti, una misura elettorale che strizza l’occhio all’illegalità e prepara il terreno – basterebbe sentire Salvini – ad altre misure del genere come il condono edilizio e la pace fiscale, che il leader della Lega vorrebbe inserire in manovra.
Dal disastro dei migranti al caro-vita, l’esecutivo Meloni è un esecutivo senza idee, incapace di dare risposte tangibili ai problemi degli italiani. Una verità tanto chiara quanto scomoda. Non tutto – anzi nulla – si risolve con condoni e propaganda. I problemi, alla fine, restano, si ingigantiscono e diventano insostenibili.
Gianni Leggieri, consigliere regionale