Lo scorso 15 giugno, la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha licenziato favorevolmente la proposta di legge Nature Restoration Law, essenziale per il ripristino degli ambienti naturali e la protezione degli ecosistemi del pianeta Terra.

Gli obiettivi contenuti nella Nature Restoration Law sono giuridicamente vincolanti per gli Stati membri, con il fine di ripristinare entro il 2030 almeno il 20 per cento delle superfici terrestri e marine dell’Unione, il 15 per cento dei fiumi nella loro lunghezza e la realizzazione di elementi paesaggistici ad alta biodiversità su almeno il 10 per cento della superficie agricola utilizzata. Un grande progetto di riqualificazione degli ambienti naturali che riguarderà, oltre le aree protette, anche tutti gli ecosistemi, compresi i terreni agricoli e le aree urbane.

Le continue pressioni antropiche sui sistemi naturali, quali l’agricoltura intensiva, l’inquinamento e il cambiamento climatico, stanno già determinando conseguenze irreversibili su tutto il Pianeta. Ripristinare, quindi, gli ecosistemi degradati risulta fondamentale per attenuare gli impatti dei cambiamenti climatici.

Il progetto è stato fortemente contrastato dalle lobby del settore agricolo, della pesca e della silvicoltura, ma, a pochi giorni dalla sua approvazione nella commissione parlamentare, moltissime aziende europee hanno sottoscritto una dichiarazione in cui si chiede l’urgente adozione di una legge europea sul ripristino della natura.

Non resta che attendere l’esito del voto finale dell’Assemblea plenaria che si riunirà il 12 luglio prossimo, sperando che la più importante normativa europea sulla natura possa diventare un faro nel ripristino degli ecosistemi. Perdere questa occasione sarebbe un errore fatale.

Gianni Leggieri
Consigliere regionale

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