Il tema dell’autonomia differenziata sta infervorando i partiti e, come spesso succede, ha creato schieramenti contrapposti che si rinfacciano questa o quella responsabilità, questo o quel pericolo, questo o quell’attacco alla Costituzione. I dibattiti e le diatribe in chiave ideologica non mi interessano. Men che meno mi appassionano i “soloni” di casa nostra, che con una sfacciataggine unica, dopo aver fatto sprofondare nell’abisso del sottosviluppo e del clientelismo la Basilicata, suggeriscono, “a tempo scaduto”, soluzioni e gridano all’allarme.
Il Disegno di legge sull’autonomia differenziata, che pochi giorni fa ha ottenuto il via libera dal Governo, deve chiamare tutti alla responsabilità con la consapevolezza che le Regioni, a prescindere da chi le guida, svolgeranno un ruolo fondamentale, così come il Parlamento per i passaggi che verranno consumati nelle due Camere. Si pensi a questo riguardo all’atto di iniziativa di ciascuna Regione e allo schema di intesa preliminare “negoziato tra Stato e Regione”, indicati nei primi articoli del ddl.
Il ruolo soprattutto delle Regioni non deve essere sacrificato in nome di interessi di bottega, ma deve essere tutto proteso al benessere dei cittadini. Questo concetto l’ho rimarcato già nei mesi scorsi, quando rilevai la possibilità – anzi il rischio – che le Regioni più ricche resteranno tali; il contrario per quelle Regioni meno attrezzate, che fanno i conti con veri e propri drammi sociali (carenza di servizi, spopolamento, anziani dimenticati, fuga dei giovani, deficit infrastrutturale, corruzione). Condizioni che influiscono direttamente e pesantemente, come riferisce l’articolo 3 del disegno di legge sull’autonomia differenziata, su un acronimo – LEP -, destinato ormai a far parte della nostra quotidianità. I Livelli Essenziali delle Prestazioni, “concernenti i diritti civili e sociali” devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale con degli effetti a cascata in cui il ruolo della Regione sarà fondamentale per le procedure di quantificazione individuate nelle singole intese per il trasferimento di funzioni, risorse umane, risorse strumentali e finanziarie. Il percorso che porterà alla cosiddetta autonomia differenziata vedrà protagonisti i due rami del Parlamento per i correttivi che si impongono in una fase epocale, come quella che ci riguarda tutti.
Ecco perché i partiti devono vigilare, affinché la struttura dell’autonomia differenziata abbia solide fondamenta. I partiti diano un contributo concreto per evitare squilibri e disparità inaccettabili, soprattutto in un momento storico delicato come questo in cui la Basilicata ed il nostro Sud vivono, ad esempio, uno spopolamento preoccupante. Io farò la mia parte e darò, come sempre il mio contributo avendo a cuore solo una cosa: il benessere dei lucani.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del M5S