In occasione della seduta della Prima Commissione consiliare, dedicata al Piano strategico regionale che il Consiglio regionale si appresta a votare, ho avuto modo di presentare alcune mie proposte che riguardano gli investimenti da realizzare sul territorio lucano.
È stata l’occasione per approfondire le grandi potenzialità di alcuni progetti ricadenti nel territorio di Maratea che stanno, tra l’altro, impegnando non poco il senatore del M5S, Arnaldo Lomuti. Mi riferisco, prima di tutto, al Porto turistico di Castrocucco. Il progetto promosso dal “Consorzio Turistico di Maratea” è volto alla valorizzazione e alla connessione del territorio, promuovendo la coesione sociale e territoriale, finalizzato ad un notevole ritorno economico considerata la natura infrastrutturale dell’opera a servizio di una vasta area e di più regioni. La piana di Castrocucco è l’unica zona idonea alla realizzazione di un porto per le sue qualità orografiche, batimetriche, paesaggistiche e per la strategica posizione rispetto al territorio e alle infrastrutture della mobilità e del trasporto pubblico e privato. L’area si trova in una posizione felice: è posta a valle della ferrovia e ha due accessi, rispettivamente a nord e a sud, costituiti da due sottopassi alla linea ferroviaria e vocati il primo al collegamento con il piccolo centro abitato retrostante, il secondo, di più grandi dimensioni, al sistema della viabilità principale sulla litoranea tirrenica e sulla bretella autostradale che attraversa il Lagonegrese.
È facile immaginare, se si crede in un progetto del genere e si profondono tutti gli sforzi possibili a livello istituzionale, le ricadute in termini economici ed occupazionali. Ma il progetto del Porto turistico si aggancia anche a quello riguardante la realizzazione di un Centro Polifunzionale di mille posti, dove organizzare eventi sportivi, congressi, fiere, esposizioni, concerti, spettacoli teatrali e cinematografici.
A ciò, infine, si aggiunga anche il progetto di riqualificazione dell’area ex-Pamafi con annessa città dell’ambiente sempre nella Piana di Castrocucco. Stiamo parlando di un sito in cui sorgeva l’insediamento dell’azienda florovivaistica e agricola della Pamafi, esperienza industriale dovuta ai Rivetti negli anni 60 del secolo scorso, che ha protetto per tanto tempo l’area da innumerevoli appetiti speculativi. Una visione innovativa pose le basi di un’attività compatibile con l’ambiente e con la vocazione turistica del territorio, all’avanguardia per l’epoca e che oggi potremmo definire antesignana dei principi che sono alla base delle moderne esperienze di bioagricoltura e bioarchitettura. Quello che oggi resta di quella esperienza è una struttura costituita da edifici e serre distribuiti su 25 ettari attualmente in stato di pesante degrado e pericolosità. L’idea progettuale prevede la realizzazione di una struttura polivalente concepita con le più moderne tecniche di bioarchitettura e di risparmio energetico che metta insieme laboratori di ricerca sulla biodiversità, sui materiali ecocompatibili innovativi e sul risparmio energetico, aree espositive dei potenziali della flora e della fauna sia terrestri che marini, aree ricreative e, non ultime, aree agricole per la produzione di prodotti agricoli tradizionali.
Quale occasione migliore, dunque, per rivitalizzare il Piano strategico del presidente Bardi, che, nonostante il ritardo della sua presentazione e l’enunciazione di principi, può fornire l’occasione per interventi mirati e un autentico sviluppo dei territori.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle