Si inizia finalmente a parlare di Piano paesaggistico regionale. Uno strumento che deve essere considerato come un alleato per la tutela dell’ambiente anche se in questi giorni si vuole far intendere il contrario. Non passa giorno senza che con toni ironici, attacchi personali e prese di posizione faziose, ci si dimentichi delle nuove opportunità che si possono cogliere con un nuovo approccio verso le politiche ambientali. In questo contesto si parla sempre più spesso dell’Ager Venusinus, collegandolo a vincoli ed impedimenti descritti come ostacoli insormontabili per lo sviluppo del territorio. Ma a quale forma di sviluppo e a quale visione di territorio facciamo riferimento? All’eolico selvaggio che ha deturpato i nostri paesaggi e arricchito pochi speculatori?
L’Ager venusinus balza all’onore delle cronache a seguito della pubblicazione della D.G.R. n. 754 del 3 novembre 2020. La Giunta Regionale con questa Delibera prende atto della riunione del Ctp (Comitato tecnico paritetico) svoltasi in data 7 Ottobre 2020 e approva la documentazione tecnica relativa alla delimitazione della zona ad interesse archeologico – ex art 142 lettera m) del Codice dei beni culturali e del paesaggio – denominata Ager Venusinus.
Una semplice mappatura e delimitazione di un’area che non apporta nessun nuovo vincolo normativo al Vulture Alto Bradano.
Il Comitato Tecnico Paritetico, è bene subito ricordarlo, viene istituito nel 2012 con D.D. n. 7502.2012/D.01284 del 19/09/2012, in ottemperanza del Protocollo di Intesa tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBACt), il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) e la Regione Basilicata (Protocollo stilato il 14 settembre 2011) per la definizione delle modalità di elaborazione congiunta del Piano Paesaggistico Regionale (PPR).
La finalità dell’intesa tra MiBACT, MAATM e Regione Basilicata, è rivolta a realizzare oltre che all’elaborazione congiunta del PPR, ad una efficace tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico – ambientale, storico e culturale della Regione. Il Ctp non ha potere deliberativo ma costituisce un importante tavolo di lavoro dove siedono esperti che mappano, studiano attraverso criteri scientifici il territorio della Regione al fine di addivenire alla stesura del PPR.
Il potere deliberativo è del Consiglio Regionale della Basilicata e quindi dei cittadini lucani. Le pubbliche amministrazioni, i cittadini, le imprese e tutti i soggetti interessati al PPR potranno esprimere eventuali pareri nelle conferenze di servizio che precederanno l’approvazione del medesimo Piano – e quindi esprimere pareri anche sull Ager Venusinus – , secondo quanto esposto dalla L.R. n.23/1999 esattamente all’art. 36 bis.
In questi giorni improvvisati esperti di materie ambientali scrivono su Facebook e pubblicano la storia del Vulture a puntate. Peccato che in passato abbiano avuto altro da fare anziché denunciare i tanti scempi ambientali.
Il percorso che porterà all’adozione del PPR è ancora lungo e tortuoso ed è un preciso impegno – secondo obblighi di legge – che la Regione Basilicata deve portare al termine. Sono ormai decenni, dall’ormai famoso D.lgs.n. 42/2004 che si parla di PPR.
Da quanto apprendiamo, la Regione Basilicata, dopo anni di torpore e distrazione vuole dotarsi di un PPR. Verrà avviato quindi un percorso condiviso e di grande prospettiva; il PPR cancellerà le diverse frammentazioni delle politiche territoriali lucane e proietterà la nostra regione ad un livello di migliore competitività e sostenibilità. Allo stesso tempo frenerà le ambizioni dei signorotti dell’eolico, del cemento e del petrolio che, soprattutto grazie ai vulnus normativi, pensano di pilotare le politiche ambientali lucane. E’ arrivato il momento di una vera svolta green con la giusta valorizzazione dell’ambiente e del nostro patrimonio culturale ed archeologico.
Ogni giorno ci tocca leggere articoli di giornali contro l’Ager Venusinus, contro l’ambiente, contro le logiche della scienza e della valorizzazione territoriale. Lettere “firmate” da anonimi che dicono di fare gli interessi del territorio. Quello stesso territorio deturpato da anni dalla presenza di pale eoliche (1409 impianti), cave, inceneritori e pozzi petroliferi.
Proprio dal parere negativo rilasciato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali della Basilicata ad un parco eolico che inizia la critica distruttiva verso l’Ager venusinus ed il PPR. E i signorotti dell’eolico mandano in avanscoperta i loro giannizzeri. Non è l’Ager venusinus a bloccare le autorizzazioni, ma la L.R. n.54 del 2015 dal titolo inequivocabile: RECEPIMENTO DEI CRITERI PER IL CORRETTO INSERIMENTO NEL PAESAGGIO E SUL TERRITORIO DEGLI IMPIANTI DA FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE .
Proprio per questa legge, proprio per le caratteristiche del territorio del Vulture Alto Bradano, proprio grazie alle sue peculiarità archeologiche – sono 3mila i siti archeologici, attraversati dall’Appia Antica, dove insistono pure i castelli di Venosa, Palazzo S.G., Melfi – che si blocca lo scempio dell’eolico selvaggio. Su questo tema i dati parlano chiaro. La Basilicata è la prima regione in Italia per numero di impianti eolici.
Da ogni terremoto nasce un’opportunità ma dall’Ambiente non nascono che fiori.
Gianni Leggieri – Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle