Oggi è il primo giorno di chiusura delle scuole primarie e secondarie di primo grado nella nostra regione. Bardi l’ha ritenuta una “decisione necessaria” forte del parere dell’Anci e della maggiiranza dei componenti dell’unità di crisi.
Tuttavia è impossibile trascurare il dissenso che sottostà a questa decisione visto che ci sono stati strascichi sia a livello di task force che all’interno dell’ANCI.
Uno degli esperti della task-force, il Dottor Barile, ha dichiarato pubblicamente il suo dissenso verso la scelta di chiudere le scuole, evidenziando che “le percentuali più alte di infezioni covid sono concentrate tra i 20 ed i 60 anni e sono legate al lavoro ed alla socialità“.
Ovviamente una riflessione è necessaria anche alla luce di quelle che sono le notizie che provengono da uno dei maggiori luoghi di aggregazione lavorativa presenti nella nostra regione: la FCA di Melfi.
I freddi numeri estratti dalla piattaforma regionale non fotografano completamente la realtà dei contagi. Attualmente risulterebbero circa cento contagi tra gli operai dello stabilimento di Melfi. La maggior parte di questi operai sicuramente si avvale dei servizi di trasporto pubblico per raggiungere San Nicola di Melfi da vari paesi della regione (persino dalle cosiddette “zone rosse”), ma anche dalle regioni limitrofe. È chiaro che una situazione del genere rappresenti una forte criticità nell’opera di contrasto alla diffusione del virus.
A questo punto, visto che si è scelto di chiudere le scuole di ogni ordine e grado, causando non pochi disagi a migliaia di famiglie, non si capisce perché non si ponga la giusta attenzione ai protocolli anti-contagio in vigore all’interno delle aziende operanti sul territorio regionale. Il protocollo attualmente in vigore non sembra essere particolarmente efficace, in quanto a controlli. Salta subito agli occhi il fatto che non vi sia alcun riferimento a campagne di screening per le centinaia di lavoratori.
FCA farebbe bene a prendere spunto da qualche ‘parente’ altolocato del mondo automobilistico come, ad esempio, la Ferrari di Maranello. Ora come ora sarebbe necessaria una campagna di controllo tramite test rapidi come quella messa in piedi dal cavallino rampante. Qualche giorno fa, la Regione Emilia Romagna ha autorizzato la casa di Maranello a eseguire i test sui suoi dipendenti e ad avviare una campagna di screening vera e propria.
Ora che le scuole sono state chiuse e si corre ai ripari per dare un po’ di ossigeno alle strutture ospedaliere, la task force dovrebbe iniziare a lavorare su questo tipo di iniziative, così da monitorare il grande numero di operai a rischio presente negli stabilimenti sia di FCA che dell’indotto.
Ovviamente, imprescindibile è la collaborazione da parte di FCA, perché è ormai chiaro che il protocollo è obsoleto e non funziona.
Gianni Perrino
Gianni Leggieri
Carmela Carlucci
Movimento 5 Stelle Basilicata – Consiglio Regionale