L’emergenza covid sembra aver capitalizzato il nostro quotidiano, ma è pur vero che il virus non ha cancellato le tantissime altre emergenze che da anni interessano il nostro territorio. È dell’altro giorno l’ennesimo episodio di fiammata anomala presso il nuovissimo impianto di Tempa Rossa a Corleto Perticara. Le foto di Corleto sembrano arrivare da una qualunque zona di guerra e, purtroppo, stanno diventando la norma anche nella Valle del Sauro.
Stando alle parole del Sindaco di Corleto, l’episodio sarebbe stato causato da un cavo della fibra ottica esterno all’impianto, tranciato per errore durante alcuni lavori, con conseguente aumento della visibilità della fiamma in torcia. Questa del cavo di fibra ottica è solamente l’ultima delle cause a cui negli anni è stata attribuita la ragione del verificarsi di questo tipo di episodi.
È ormai chiaro a tutti che il sistema di monitoraggio delle emissioni non ha alcuna efficacia nello scongiurare il ripetersi di eventi ‘anomali’. È ormai diventato un esercizio stucchevole quello di richiedere spiegazioni che, troppo spesso, sembrano pezze male assortite per rattoppare strappi sempre più pronunciati. Basta semplicemente osservare l’ultima risposta dell’assessore Rosa ad una nostra interrogazione sui superamenti dei limiti delle emissioni dei termodistruttori del COVA di Viggiano, per avere la plastica rappresentazione dello sterile meccanismo di controllo sugli sforamenti. Nell’incredibile groviglio di autorizzazioni integrate ambientali e delibere, ai gestori degli impianti basta semplicemente comunicare gli sforamenti per evitare sanzioni.
Ecco perché è più che mai urgente l’attivazione di un sistema sanzionatorio da mettere in moto ogni qualvolta si verificano questo genere di sforamenti. Il tutto per salvaguardare in maniera seria e responsabile il diritto alla salute di quelle popolazioni che convivono, loro malgrado, con le estrazioni petrolifere.
Il Movimento 5 Stelle ha da tempo depositato una proposta di legge il cui precipuo obiettivo è quello di introdurre limiti emissivi agli idrocarburi non metanici (NMHC) e all’idrogeno solforato (H2S).
La proposta è stata depositata lo scorso maggio, ma non è stata minimamente presa in considerazione dalle commissioni consiliari competenti. L’assessore Rosa, oltre al solito tentativo di buttarla in caciara, nei primi giorni di ottobre ha annunciato l’elaborazione di un disegno di legge per l’indicazione dei valori soglia e il monitoraggio delle emissioni odorigene in particolare degli idrocarburi non metanici.
Non è dato conoscere le tempistiche di questo percorso, ma è chiarissimo che non c’è più tempo da perdere. Al fine di dare uno slancio alla discussione abbiamo richiesto l’iscrizione della proposta di legge al già mastodontico ordine del giorno del prossimo consiglio regionale.
Si avvii al più presto questa discussione e, se è vero che il dipartimento sta elaborando un testo con lo stesso intento, si trovi una sintesi per provare quantomeno a correre ai ripari.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale