Che la cultura non sia una priorità di questa Giunta Regionale è tristemente noto.
Apprendiamo, infatti, che, dopo esattamente un anno dalla designazione dei componenti del Comitato Consultivo per la Programmazione Culturale della Regione Basilicata, il suddetto Comitato non è stato mai convocato.
L’incultura targata centrodestra non solo non investe in ricerca e alta formazione, teatri e cinema, ma non si sforza nemmeno di esprimere una programmazione minima del settore.
La cultura, per questa Giunta Regionale, è di sicuro un prodotto da sagra. E quest’anno, causa Covid, anche quelle sono saltate!
La cultura, di cui Matera è stata capitale nel 2019, non si predica, ma si pratica attraverso una seria programmazione e un dialogo costante con la scuola, l’università, gli istituti di ricerca e formazione (possibilmente accreditati dal Ministero e riconosciuti quantomeno in Italia) e le associazioni. Nulla di tutto ciò avviene nella nostra regione: la cultura, che è il lievito di una società, risulta essere indigesta al governo regionale.
Segno, questo, di una politica impegnata a mantenere il potere per il potere e non a usarlo, legittimamente, per lo sviluppo del territorio. Un territorio, il nostro, soffocato da logiche clientelari e incapace di aprirsi al “nuovo”.
In una società progressivamente più complessa, regolata da un mercato del lavoro sempre più spietato, che ricerca competenze via via più sofisticate, la cultura diventa l’unica scommessa vincente su cui puntare.
No, non si tratta di una velleità radical chic, ma dell’unica e concreta possibilità di trarre la nostra regione fuori da questa stagnante condizione di arretratezza economica e di povertà demografica.
Cultura non è lo scatto di una fotografia insieme all’artista di turno, né la consegna di una targa o di un premio al “cugino del fratello del Dirigente tal dei tali”.
Cultura è conoscenza, ricerca e innovazione: un’opera di disseminazione che si traduce in crescita e sviluppo.
A crescere, invece, in Basilicata, sono soltanto le conoscenze.
Quel che si alimenta, per converso, è una sub-cultura aggressiva e discriminatoria − come tra l’altro attestato dai recenti fatti di cronaca che hanno interessato il capoluogo di regione e non solo − che inquina le strade delle nostre città.
È l’intolleranza, infatti, il prodotto più drammatico di una politica che disprezza e mortifica la cultura, riducendola a un premio da consegnare a qualcuno o a una kermesse animata dai soliti noti.
Sperando che la Giunta Regionale risani quanto prima le proprie crepe interne per tornare a lavorare – sempre che non vogliano rinunciarvi! – abbiamo presentato una interrogazione formale per chiedere spiegazioni rispetto alla mancata convocazione del Comitato Consultivo per la Programmazione Culturale della Regione Basilicata.
Carmela Carlucci
Gianni Leggieri
Gianni Perrino
Movimento 5 Stelle Basilicata – Consiglio Regionale