Nella relazione finanziaria annuale 2017 che ENI ha rilasciato nelle settimane scorse vi è una sezione dedicata ai “contenziosi” (pagine 205 – 214). Purtroppo tra quelle pagine rientra anche la Basilicata, per le note vicende sorte a causa dello sversamento che hanno caratterizzato l’annus horribilis 2017 del cane a sei zampe, dell’indagine sul traffico illecito di reflui (2016) e per un’indagine sanitaria sull’attività del COVA di Viggiano. E pensare che Descalzi nei mesi scorsi parlava addirittura di fake news!

Ora le fake news sono nero su bianco in un documento che porta la sua firma e si aggiungono ad una serie di procedimenti sparsi su tutto lo stivale: amianto a Ravenna, DDT nel Lago Maggiore, ancora serbatoi colabrodo in quel di Gela e persino irregolarità nella fornitura di carburante all’Alitalia. Inoltre, coloro che volessero documentarsi sui procedimenti giudiziari che ENI ha in essere su tutto il globo terraqueo, li invitiamo a consultare il documento della Dottoressa D’Orsogna (“criminal proceedings dell’ENI per il 2016”): da brividi, così come lo sono le ipotesi di reato per le quali indaga la Procura di Potenza in un procedimento dell’ottobre 2017. Il fascicolo parla di  fattispecie delittuose di disastro, morte e lesioni personali colpose, con violazione della normativa in materia di salute e sicurezza.

Sempre nella stessa relazione, ENI afferma che nel febbraio 2018 ha presentato un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica avverso le note del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del 30 ottobre e del 15 dicembre 2017 che chiedevano un’integrazione del Rapporto di Sicurezza ed. 2016 con la valutazione del top event “perdite dai fondi dei serbatoi di stoccaggio del greggio”. Nonostante le evidenze, ENI continua a  minimizzare la portata degli eventi.
Noi stiamo continuando la nostra attività di monitoraggio sulle prescrizioni che la Regione ha imposto ad ENI di rispettare con la  D.G.R. 733/2017 , delibera con cui è stata disposta la riapertura dell’impianto.

Non poche le perplessità emerse a seguito dell’analisi dei documenti, come ad esempio gli sforamenti dei limiti emissivi e le  criticità sulle condotte.

Siamo in attesa di ottenere le evidenze del “piggaggio intelligente” (manutenzione preventiva) effettuato a ottobre 2017 sull’oleodotto Viggiano – Taranto. Il nostro ultimo sollecito – dopo la richiesta di febbraio – è datato 22/03/2018 , ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcun documento. Se l’Eni non ha niente da nascondere, perché non rende pubblico il report? Continueremo a sollecitare le istituzioni affinché la sbandierata volontà di essere trasparenti si concretizzi. Nel caso in cui si continuasse ad assumere questi comportamenti omissivi, non mancheremo di intraprendere tutte le iniziative consentite dalla legge per la difesa del diritto dei cittadini all’informazione sui rischi legati alle attività che compromettono la tutela della propria salute e dell’ambiente in cui vivono.

Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata  – Consiglio Regionale

 

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