Lunedì 19 Febbraio, l’Università degli Studi della Basilicata ha inaugurato il suo XXXV anno accademico. Luci e ombre hanno animato la cerimonia; alla soddisfazione generata dal crescente numero degli iscritti presso l’ Ateneo lucano hanno fatto da contraltare le parole della Rettrice e di tutti gli intervenuti. Parole che ci hanno, inesorabilmente, riportati alla realtà di un’Università che fatica a sopravvivere, che ha bisogno delle tasse dei propri studenti per sostenere (almeno in parte) i costi del personale.
Quella dell’Unibas è la storia di un piccolo Ateneo che produce ricchezza, in termini di “prodotti scientifici”, nonostante la povertà a cui è stata ridotta.
Una povertà di cui è responsabile una carente e iniqua politica nazionale di investimento in Ricerca e Sviluppo. Non solo, infatti, l’Italia si caratterizza per un forte disinvestimento nella sua Università, rispetto a tutti gli altri Stati europei, ma anche e soprattutto per l’ingiusta ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo).
Questo tipo di distribuzione dei fondi tra i vari atenei sembra, infatti, assecondare una inaccettabile diretta proporzionalità tra le risorse già a disposizione e i finanziamenti da erogare: chi ha di più avrà maggiori finanziamenti, chi ha di meno avrà minori finanziamenti.
Un sistema, come si intuisce facilmente, destinato ad arricchire pochi grandi atenei e a impoverire (fino a condannare all’estinzione) i piccoli atenei.
Impoverire o addirittura chiudere un centro di formazione, studio e alta ricerca – qual è l’Università degli Studi della Basilicata – significa depauperare un intero territorio, costringere i giovani di questa regione a emigrare per studiare, dunque decimare il tessuto demografico di questa terra e privarla di ogni possibilità di crescita.
La ricerca è sviluppo, è innovazione, è il futuro ben consapevole del suo passato.
Se il criterio scellerato di ripartizione del Ffo è imputabile alle ultime scelte ministeriali, è invece alla nostra Regione che chiediamo con forza di investire maggiormente nella nostra Università.
Puntare su Ricerca e Sviluppo significa fare dell’Università il “polmone” della nostra Regione; per far questo, bisogna accrescere i finanziamenti e garantire un maggiore diritto allo studio, consentendo la fruizione di residenze per gli studenti e di infrastrutture e trasporti più efficienti.
Per interrompere l’ormai progressivo esodo dei nostri giovani verso altre regioni, per fermare questa “emorragia”, è necessario ripensare la nostra regione a misura di studente.
Gianni Leggieri
Portavoce M5S Basilicata