Non sarà certo un Natale sereno per tanti lavoratori lucani che si trovano ad affrontare le crisi delle rispettive aziende.
Pensiamo ai lavoratori della FCA di Melfi sempre sotto la “spada di Damocle” della cassa integrazione, che Marchionne fa dipendere dall’andamento del mercato dell’auto. Eppure, il titolo sembra volare e i dati di ottobre 2017 parlano di un utile netto di 910 milioni di euro, in crescita del 50% rispetto all’analogo periodo 2016: nonostante ciò, per i lavoratori di Melfi e dell’indotto, scarse soddisfazioni e nessuna certezza. Un ulteriore triste campanello di allarme è l’indizione dello sciopero da parte dei lavoratori della Blutec di Tito Scalo (azienda che fornisce componentistica alla FCA), che si sono mobilitati “anche a causa – spiega un comunicato – dell’incertezza sulla situazione produttiva, preoccupati anche per alcune operazioni di smontaggio macchinari.
Speriamo si dia seguito prima possibile alla risoluzione approvata nei giorni scorsi dal Consiglio Regionale. A nostro avviso il futuro dell’automotive passa per lo sviluppo e l’implementazione della mobilità verde. Un esempio lo ha fornito proprio il M5S, con l’approvazione di un emendamento che introduce le “vehicle to grid“, ovvero quei sistemi con cui un’auto elettrica può cedere energia alla Rete alimentando il sistema. Tuttavia, il filosofo del capitalismo selvaggio, Claudio Marchionne, pare non essere intenzionato a seguire questa strada.
Anche sul versante ARGAIP (azienda che cura i servizi nell’area del Consorzio industriale di Potenza) non sembrano esserci schiarite. L’azienda, nonostante lo stanziamento regionale a favore del Consorzio Industriale di Potenza, utile proprio a pagare i debiti nei confronti di ARGAIP, pare abbia messo in secondo piano la situazione dei lavoratori. Questi ultimi, dopo aver passato mesi a protestare per gli stipendi a loro dovuti, lamentano il fatto che ARGAIP avrebbe versato solo pochi spiccioli (somme di 600-700 euro ad ogni lavoratore). Inoltre, stando a quanto comunicato dal TGR nei giorni scorsi, la ditta Giuzio Ambiente, avrebbe avviato le procedure di licenziamento per una decina di lavoratori. Nei prossimi giorni ci aspettiamo chiarimenti su come sono stati utilizzati i fondi stanziati per il Consorzio Industriale di Potenza.
Non se la passano bene nemmeno i lavoratori Datacontact impegnati per garantire il servizio CUP – Contact Center per conto della Regione Basilicata. Annunciato uno stato di agitazione a causa del mancato pagamento della tredicesima. È triste registrare il solito scaricabarile con Datacontact che parla di “responsabilità da parte della Regione”. Che c’entri qualcosa l’intoppo venutosi a creare in seguito all’annullamento da parte del TAR della gara per la gestione della commessa denominata “Centro Servizi Basilicata”? La battaglia di accuse reciproche tra coloro che hanno partecipato alla gara, non depone a favore dei lavoratori, i quali non hanno alcuna certezza su quello che avverrà dopo il 31 dicembre, giorno in cui scade il contratto con il consorzio temporaneo di imprese (DataContact e Lucana Sistemi). Auspichiamo nei prossimi giorni un intervento chiarificatore da parte di Pittella e Cifarelli.
Sono solo alcune delle emergenze scottanti che si alternano su tutto il territorio regionale. È triste affermarlo ancora una volta, ma ci troviamo nuovamente a fronteggiare gli effetti di scelte scellerate, adottate senza alcuna visione del futuro. È il perpetuarsi dell’inseguimento all’emergenza, aggravatasi dalla diminuzione del doping proveniente dalle royalty. Occorre un vero e proprio processo di analisidi conti (una sorta di due diligence), in maniera tale da ottimizzare la destinazione delle ingenti somme stanziate dalla regione. Il M5S è pronto a prendersi questa responsabilità e mettere la parola “fine” a decenni di politica dell’emergenza.
Gianni Perrino
Gianni Leggieri
M5S Basilicata – Consiglio Regionale