Lieti del risultato raggiunto in aula quest’oggi, rappresentato dall’approvazione della risoluzione su FCA Melfi. Al netto delle stucchevoli discussioni di inizio seduta, la risoluzione approvata appare molto importante anche se, ora, occorre passare dalle parole ai fatti e tanto deve essere ancora fatto. In tal senso, vigileremo affinché quanto previsto dalla risoluzione venga realmente messo in atto dalle istituzioni chiamate in causa. Ma allo stesso tempo, auspichiamo che anche la mozione presentata in Senato dal M5S venga discussa e approvata prima possibile.
Il futuro dei lavoratori dell’industria dell’auto rappresenta una delle priorità del M5S, come prioritario è il miglioramento delle condizioni di lavoro degli stessi. Accettare le sfide del futuro, stando al fianco dei lavoratori che chiedono maggiori certezze, tutele e diritti.
La risoluzione approvata impegna il presidente e la Giunta regionale Pittella “a seguire con attenzione la situazione e gli sviluppi dello stabilimento Fca di San Nicola di Melfi e relativi indotti; a convocare con immediatezza le parti sociali al fine di condividere una strategia comune con le altre regioni sedi di stabilimenti Fca da proporre al confronto con il tavolo nazionale; a promuovere in tempi celeri un tavolo con il governo nazionale, vertici Fca e sindacati affinché il gruppo Fca: presenti il suo piano industriale che indichi come e cosa verrà prodotto nello stesso e chiarisca il ruolo dello stabilimento di San Nicola di Melfi nel contesto nazionale al fine di garantire gli attuali livelli occupazionali dando certezze ai circa 1800 lavoratori assunti negli ultimi anni; assuma un impegno responsabile verso il Paese e dia certezza agli impegni indicando una prospettiva di rilancio del comparto dell’auto attraverso il rafforzamento della capacità produttiva mediante ingenti investimenti in ricerca, innovazione e processi a basso impatto ambientale, in particolare nel settore dell’ibrido e dell’elettrico. A tal fine sarebbe opportuno predisporre un pacchetto di incentivi e di sostegno per sostenere la domanda e le infrastrutture necessarie allo sviluppo dell’ibrido e dell’elettrico; si impegni a ridurre ai casi di effettiva necessità il ricorso all’utilizzo di strumenti di flessibilità dei contratti che, soprattutto nell’indotto, comportano una eccessiva precarizzazione del lavoro; a risolvere le problematiche relative alle infrastrutture presenti presso lo stabilimento San Nicola di Melfi.”
La mobilità elettrica potrebbe svolgere un ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima (CoP 21 del dicembre 2015) e garantire, dunque, la possibilità per molti Paesi di tenere fede a quanto sottoscritto. Tutti i più grandi produttori di automobili stanno investendo in progetti di ricerca sui veicoli elettrici ed alcuni hanno già iniziato a convertire il proprio ciclo di produzione. Tra questi, ha fatto notizia la decisione della Volvo, annunciata qualche mese fa, di intraprendere una svolta ecologica producendo, a partire dal 2019, solo veicoli dotati di motore elettrico. La casa automobilistica svedese ha infatti dichiarato di voler essere al passo con i tempi e, al contempo, rispettare l’ambiente, proponendo, dunque vetture solo elettriche, ibridi plug-in e auto con soluzioni mild-hybrid. In particolare, cinque auto “full electric” fra il 2019 e il 2021. Il 6 luglio 2017 Nicolas Hulot, Ministro della transizione ecologica e solidale, presentando il piano per il clima, ha annunciato la volontà del Governo francese di vietare la vendita delle auto diesel e benzina entro il 2040.
Analoga volontà è già stata espressa da altri Governi, sia di Stati membri dell’Unione europea, quali l’Olanda, la Svezia e la Germania che di Stati non facenti parte dell’Unione. Il 29 marzo 2016, la Camera bassa del Parlamento olandese ha votato una mozione che impegna il Governo a vietare, a partire dal 2025, l’immatricolazione di auto a benzina, diesel, gas e ibride e ad autorizzare dunque l’immissione in commercio delle sole auto ad immissioni zero. Ad ottobre 2016 il Parlamento tedesco ha discusso una risoluzione ancora più ambiziosa delle precedenti mirante a vietare, entro il 2030, la vendita di vetture alimentate da motori a combustione esterna, non solo in Germania, ma in tutti i Paesi appartenenti all’Unione europea. Riferendosi alla decisione tedesca, sempre nel mese di ottobre, il Ministro dell’ambiente svedese, ha espresso la volontà anche da parte del proprio Paese di dismettere le auto diesel e benzina a partire dal 2030. Anche la Cina ha imposto quote minime di veicoli elettrici a partire dal 2018. Nel mese di giugno 2017 il ministro indiano Piyush Goyal, illustrando il piano straordinario che il Governo sta preparando in materia ambientale e di efficientamento energetico, ha dichiarato che dal 2030 non potranno più circolare sulle strade indiane auto e mezzi di trasporto alimentati a benzina e diesel. Caso particolarmente interessante risulta essere la Norvegia, dove l’elettrico già detiene circa il 37 per cento del mercato (si stimano 100.000 auto presenti sul territorio con possibilità di diventare oltre 250.000 entro il 2020) grazie ai numerosi incentivi stanziati dal Governo, quali l’esenzione dall’iva e la possibilità di beneficiare delle corsie preferenziali dei bus e taxi, oltre che parcheggiare ed entrare gratuitamente nei centri delle città norvegesi e l’elevata tassazione introdotta sui veicoli a gasolio e benzina.
Identica prospettiva deve essere portata avanti con forza e decisione anche in Italia, promuovendo una reale “rivoluzione verde” in linea con le indicazioni dell’Unione europea. Non c’è scelta: una strategia di investimento e sviluppo e nei settori dell’ibrido e dell’elettrico rappresenta una direzione obbligata se si vogliono tutelare l’ambiente e la salute pubblica, unitamente ai posti di lavoro dell’automotive.
Gianni Leggieri
Gianni Perrino
M5S Regione Basilicata