La situazione a San Nicola di Melfi si fa sempre più seria. Il futuro di 110 operai e delle loro famiglie è appeso ad un filo.
La notizia, secondo molti operai, era nell’aria ma la conferma è arrivata giovedì dopo un incontro con Confindustria. La Stellantis non ha confermato la commessa all’azienda, la Fdm, ramificazione di una società per azioni che opera a livello nazionale sotto il nome di Sit.
I lavoratori della Fdm e della Las – altra azienda che fa parte dell’Indotto Stellantis di Melfi – che si occupano di logistica rischiano di rimanere senza un posto di lavoro, messi da parte con una email dopo decenni di servizio come se fossero lavoratori di serie B.
La situazione è seria. È davvero inaccettabile che i diritti dei lavoratori siano calpestati in questo modo mentre la Regione Basilicata assiste inerme allo smantellamento della propria area industriale da parte di una multinazionale che di giorno si siede ai tavoli e di notte invia email degradanti ai propri operai.
La tutela dei posti di lavoro sta diventando una battaglia sempre più cruenta in Basilicata.
Il Presidente Bardi e il governo nazionale devono immediatamente prendere una posizione netta ed inequivocabile a tutela dei lavoratori, senza tentennamenti ed esitazioni. È prioritario evitare i licenziamenti, in quanto la fine delle commesse non può ricadere sui lavoratori di Fdm e Las.
È opportuno e prioritario mettere in campo tutti i mezzi per scongiurare l’ennesima emergenza sociale. Come ho sottolineato più volte, non sarà un tavolo a salvare i posti di lavoro ma un progetto serio e di rilancio, un piano di transizione che eviti il continuo calpestamento dei diritti dei lavoratori e delle loro famiglie.
Bardi, il suo governo e anche i suoi sodali di Roma – Giorgia Meloni e il suo esecutivo di centrodestra – hanno il dovere di intervenire, in quanto l’Indotto Stellantis di Melfi rappresenta uno dei più strategici distretti industriali del Sud. Non c’è più tempo da perdere.
Gianni Leggieri, consigliere regionale