Gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute, tramite l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), confermano che la Basilicata è il fanalino di coda in Italia sul recupero dei tempi d’attesa nella sanità.
A Potenza e a Matera la situazione è decisamente tragica, tanto che l’impietosa fotografia dell’Agenas è stata già da tempo acquisita dai cittadini lucani, i quali, per veder tutelato il proprio diritto alla salute si recano in Puglia anziché affidarsi alle strutture locali.
I picchi di caduta più importanti si hanno a Matera, dove le liste d’attesa sono percepite come una vera e propria emergenza. Confusione e ritardi dominano nelle prenotazioni, mentre le strutture continuano a soffrire di una cronaca carenza di personale. Il saldo è decisamente negativo: tra il 2019 e il 2022 si registrano circa 100 unità mancanti, tra medici e infermieri.
Gli investimenti tardano ad arrivare, nonostante i fondi siano stati stanziati. Il quadro è preoccupante, in quanto emerge chiaramente che la Basilicata non sia ancora ripartita dopo l’emergenza pandemica.
Se Matera piange, Potenza non ride. Nelle aziende potentine (San Carlo, Crob e Azienda sanitaria Potenza) c’è una carenza generale di medici e di anestesisti, senza contare le varie difficoltà registrate dal Crob. Qui le risorse per ridurre le liste d’attesa sono state utilizzate all’80%, ma gran parte dei benefici saranno destinati alla sanità privata.
Inoltre, l’incertezza incombe sul destino di medici, infermieri e OSS impiegati nell’emergenza Covid.
Insomma, si può affermare con estrema certezza che il centrodestra abbia ampiamente fallito la missione “liste d’attesa”.
Il sedicente governo del cambiamento, nonostante i proclami, non è riuscito a tutelare ai lucani un diritto sacrosanto, costringendoli a spostarsi nelle regioni limitrofe a causa dell’inadeguatezza delle strutture regionali, falcidiate dalle difficoltà e da promesse mai mantenute.
Gianni Leggieri, consigliere regionale