Gli ultimi dati presentati dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, alla Camera dei deputati non lasciano spazio ad interpretazioni: la Basilicata è la seconda regione in cui è più marcato il calo degli iscritti all’università.
I dati parlano chiaro e la tendenza registrata negli anni precedenti non subisce nessuna variazione, purtroppo. Mettendo a confronto, infatti, il biennio 2011-12 con quello 2021-22, emerge un calo drastico degli iscritti al Sud, che corrisponde ad un vistoso aumento delle iscrizioni negli atenei del Nord. Se le università del meridione registrano un calo del 16,7%, le università del Nord-Ovest vedono i propri iscritti aumentare del 17,2% e quelle del Nord-Est del 13,4%.
A rendere ancora più tristi ed impietosi questi dati, è la situazione della Basilicata, che si colloca al secondo posto di questa classifica con un calo del 24,6% delle iscrizioni, facendo meglio soltanto dell’Abruzzo (che registra una riduzione del 30,3%). In un contesto di spaventoso spopolamento, non possono non risentirne anche le università e tuttavia è compito delle istituzioni e della politica suggerire soluzioni adeguate affinché si creino le migliori situazioni volte ad attrarre gli studenti e invogliarli a scegliere gli atenei del Sud.
I ritardi e le inefficienze che hanno contraddistinto per un decennio le procedure per la costruzione di uno studentato a Potenza, facendo dirottare lo stanziamento di 22 milioni di euro su altre opere, sono lo specchio di una superficialità e di una disaffezione al tema della formazione dei giovani. In questo contesto, non sorprende che la Basilicata si distingua come maglia nera nazionale per riduzione di iscritti nel proprio ateneo. Sono soltanto 44, infatti, i posti letto gratuiti messi a disposizione degli studenti.
È necessaria un’inversione di rotta per fornire agli studenti servizi migliori e un’offerta formativa sempre più ricca per scongiurare questa fuga di cervelli e per attirare studenti dalle regioni limitrofe. Occorre investire in borse di studio per studenti e dottorandi, favorire stage per garantire sbocchi di lavoro dopo la laurea, dotare gli studenti di adeguate strumentazioni tecnologiche, emulare pratiche di altre regioni che hanno previsto contributi economici per chi sceglie di rimanere a studiare negli atenei della propria regione.
Gli studenti che lasciano la Basilicata raramente tornano nella propria terra d’origine, favorendo il circolo vizioso dello spopolamento. Gli investimenti nella formazione dei giovani, dunque, si rivelano necessari per combatterlo.
Gianni Leggieri – Consigliere Regionale