Continua la saga del Crob, il copione non cambia. In scena, i benefici per il personale amministrativo, mentre il pubblico pagante è sempre lo stesso: personale sanitario e di ricerca.
Anche un’altra trovata della dirigenza Crob sembrerebbe favorire il personale amministrativo e penalizzare quello sanitario. Un paradosso che continua a essere indigesto per quello che costituisce il polo oncologico di cura e ricerca di riferimento per tutta la Basilicata.
Al centro del mirino, questa volta, pare essere una “creativa” redistribuzione del fondo di perequazione teoricamente destinato al personale sanitario. Sembra, infatti, che la dirigenza Crob abbia destinato, forse arbitrariamente, un 15% di questo fondo al personale amministrativo.
Nel tentativo di lumeggiare la situazione e di provare a comprendere le ragioni che muovono questa reiterata penalizzazione del personale sanitario, abbiamo richiesto di ascoltare in commissione il collegio sindacale, un rappresentante del Comitato Indirizzo e Vigilanza e un rappresentante del Fondo della Graduazione delle funzioni. Come ormai segnalato da mesi, le scelte fatte dalla dirigenza dell’Istituto sembrano andare in una direzione diversa da quella che dovrebbe perseguire un ospedale di cura e ricerca: anziché garantire le migliori condizioni di lavoro al personale sanitario e della ricerca (con conseguente beneficio per tutti i pazienti), si sceglie di penalizzare quest’ultimo e di avvantaggiare unicamente i quadri amministrativi.
Qual è la ratio che guida queste scelte?
Certa del fatto che riceverò opportune risposte in commissione e mossa dalla medesima curiosità di cui sopra, mi chiedo, ancora, perché e per come questa dirigenza trovi i soldi per acquistare – o almeno così pare, stando alla delibera 616 del 31 ottobre 2022 – un tavolo e una poltrona per la direzione generale, ma non trovi “due soldi” per acquistare una poltrona in più per i pazienti costretti a fare la chemio. Già diversi mesi fa denunciammo le condizioni indecorose in cui i pazienti erano costretti a subire terapie già di per sé dolorose. Ebbene, la beffa di venire a sapere che, a distanza di tempo, le sedie per i pazienti ancora non ci sono, ma forse le poltrone per i dirigenti sì, è davvero intollerabile.
Non posso che manifestare tutto il mio disappunto per questo degenerato meccanismo di aziendalizzazione di quello che dovrebbe essere un istituto di cura e di ricerca con al centro il benessere del paziente. Il Crob ha bisogno di serietà, di competenza e di umanità. Non ha bisogno dei tentacoli della politica che ama solo sé stessa.
Restituiamo dignità al nostro polo oncologico di riferimento. E facciamolo nel solo interesse dei pazienti, che, inevitabilmente, passa anche dalla tutela del personale sanitario e della ricerca.
Carmela Carlucci
Consigliera regionale M5s Basilicata