Noto in questi giorni un certo attivismo da parte del responsabile dell’Ufficio stampa della Provincia di Potenza, finito recentemente al centro di un’altra inchiesta giudiziaria – quella sulla cosiddetta “macchina del fango” attivata contro la sindaca di Ruoti -, su questioni che in gran parte esulano dalla sua attività di comunicatore nell’ente presieduto da Rocco Guarino. Le pagine dei giornali locali ogni giorno parlano dei risvolti e dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria che hanno riguardato varie persone, compreso il responsabile dell’Ufficio stampa della Provincia, che tuttora è sottoposto, come confermato qualche giorno fa dai giudici della libertà del Tribunale di Potenza, dopo la revoca dei domiciliari, al divieto di avvicinamento nei confronti della sindaca di Ruoti, Anna Maria Scalise. Quest’ultima, sabato scorso, era in prima linea in piazza Maria Pagano, a Potenza, a due passi dagli uffici della Provincia per una manifestazione in favore del popolo ucraino. Fatta salva la presunzione di innocenza, emergono con tutta la loro evidenza alcune questioni che non possono essere sottaciute e che, spiace, dirlo non vengono affrontate per via di un clima, diciamo così, sin troppo sonnacchioso.
Il responsabile della comunicazione della Provincia di Potenza continua a redigere i comunicati stampa per l’ente in cui è occupato, come se nulla fosse accaduto. La stessa penna e la stessa tastiera che, stando ai resoconti giornalistici che riportano i fatti dell’inchiesta sulla “macchina del fango”, hanno provveduto a scrivere per altri una serie di comunicati stampa al vaglio dell’autorità giudiziaria. Un paradosso, se poi si aggiunge che lo stesso comunicatore è impegnato in una personale “battaglia” contro un suo collega giornalista, Leo Amato, che, sulle colonne del “Quotidiano del Sud”, sta ogni giorno informando i lucani su una inchiesta tanto delicata quanto deprimente per la condotta deplorevole (la responsabilità penale verrà accertata nei processi) dei soggetti coinvolti. Sui social, chi fa il suo dovere viene addirittura etichettato come “Portavoce del male”. Espressione da delirio mistico, unita a cattiveria gratuita e infantilismo, che fa ogni giorno a pugni con l’imparzialità che un comunicatore, alle dipendenze di un ente pubblico, dovrebbe ricoprire, tenendo, prima di tutto, ben presente l’onorabilità ed il decoro. Un’altra questione riguarda i giudizi in libertà che sempre lo stesso comunicatore effettua nei confronti delle istituzioni, compreso il Consiglio regionale, del quale ha fatto parte. Qualche giorno fa ha fatto una disanima sulle questioni legate ai Lucani nel mondo, lamentando poca attenzione ed una involuzione rispetto al passato, quando era ancora possibile scorrazzare, grazie alle generose risorse pubbliche a disposizione, da una parte all’altra del mondo per far visita ai nostri corregionali presenti in tutti i continenti e gustare le tipicità dei luoghi visitati. Un protagonismo – nel bene o nel male lo giudicheranno gli altri – del responsabile dell’Ufficio stampa della Provincia di Potenza che stride chiaramente con il ruolo da egli ricoperto e che al tempo stesso gli consente saltellare qua e là su temi di vario tipo, come esperto di questioni geopolitiche, come redattore di comunicati stampa, come organizzatore di eventi. Come suggeritore politico (?).
Spero che non se la prenda e che non etichetti ancora una volta chi lo critica, come già fatto nel passato recente, con una boria che non ha limiti.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle