In questi giorni un gruppo di cittadini di Venosa ha voluto porre all’attenzione delle amministrazioni locali, a partire dalla Provincia di Potenza, lo stato pietoso, oltre che la pericolosità, della Strada provinciale 109, che si innesta alla SS 655 (cosiddetta Bradanica). L’arteria collega la città oraziana all’area industriale di San Nicola di Melfi, percorsa quotidianamente da migliaia di persone che rischiano la vita. Un altro significativo tentativo per sensibilizzare chi dovrebbe farsi carico della sicurezza stradale e dello sviluppo delle nostre comunità. Si tratta di un tema sul quale da anni, dalla mia prima elezione in Consiglio regionale, mi sono sempre battuto. La rete viaria della nostra provincia e della nostra regione versa in uno stato pietoso e di abbandono. Penso anche alla strada provinciale 18, sottoposta a lavori di rifacimento del manto stradale poco efficaci, effettuati solo alcuni anni fa e già in condizioni non ottimali di sicurezza con crateri riemersi con tutta la loro pericolosità e alla Sp 168 importante arteria di collegamento da Venosa verso la vicina Rapolla, in uno stato di abbandono pietoso da decenni, priva di segnaletica orizzontale e verticale, manto stradale dissestato per decine di centimetri con oramai l’erba a coprire le buche.
Gli esempi lampanti dell’isolamento in cui versa una città importante come Venosa, per i quali bisogna correre ai ripari seriamente con un corposo programma di interventi da pianificare il prima possibile, sono sotto gli occhi di tutti.
Leggo e sento troppi discorsi fumosi, poco collegati alla realtà. Progetti roboanti, idee avveniristiche: il classico modo di costruire le case dal tetto, mentre la Basilicata sprofonda nel sottosviluppo per una rete stradale di competenza provinciale abbandonata a sé stessa. Intere comunità isolate, che non hanno modo di connettersi al mondo; manutenzione inesistente e abbandono totale sono la fotografia attuale. Una fotografia, che però, viene scattata da decenni.
Fa, poi, davvero sorridere chi, dopo la denuncia del comitato cittadino sulle condizioni in cui versa la SP 109, ha disposto di coprire le profonde buche. Ebbene sì, alcuni addetti della Provincia di Potenza, sono stati inviati per l’ennesimo rattoppo con secchi di catrame. Un modo per ingraziarsi i cittadini, che però a Venosa e non solo sono sempre più arrabbiati per il trattamento loro riservato, nel silenzio e nella rassegnazione della Provincia di Potenza, che si limita a tappare i buchi. A mettere toppe ben peggiori dei buchi.
Occorre un piano serio per uscire dalle secche di questo immobilismo e di questa rassegnazione. I lucani non possono più sopportare l’isolamento al quale da tempo sono stati condannati. Un isolamento che è altresì una vera e propria umiliazione.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle