Se è vero che in Italia, e soprattutto al Sud, i giornali cartacei hanno subito una drastica riduzione delle vendite negli ultimi quindici anni, è pur vero che tante edicole chiudono i battenti. Una crisi che non riguarda, quindi, solo il settore editoriale (giornali, riviste e libri) ma anche le edicole.
Secondo i dati forniti dal Sindacato nazionale autonomo giornalai (Snag), nel primo semestre del 2020 più di 14.000 edicole hanno chiuso e, tra queste, quelle più in difficoltà risultano essere quelle a conduzione familiare. Sempre secondo dati Snag, in Basilicata, negli ultimi quindici anni, chiuse il 45% delle edicole.
Presidi locali di tipo sociale e culturale’ che scompaiono per sempre. Ed è quello che è accaduto in un paesino della provincia di Potenza, Roccanova, dove il titolare di un’edicola storica aperta nel 1918 ha dovuto ‘abbassare definitamente la saracinesca’. In un paesino di poco più di quindicimila abitanti, dove un’intera comunità si trova senza uno ‘spazio partecipato’ e un ‘servizio di prossimità’, tagliata fuori dalla realtà e da quello che accade nella loro regione. All’interno di un quartiere o di un borgo, come è quello di Roccanova, un’edicola riveste un valore simbolico e culturale, ha la capacità di ‘tessere nuove reti’ di relazioni tra le persone, di proporsi come luogo di aggregazione: un’occasione per discutere di politica o dei problemi di quel centro abitato.
E l’edicola storica di Roccanova, presente sul territorio da oltre un secolo, ha certamente avuto una funzione sociale che gli è storicamente riconosciuta all’interno del piccolo centro lucano. Penso anche alla storica edicola di piazza Giustino Fortunato, a Rionero In Vulture, che, dopo quasi un secolo, ha chiuso i battenti poco prima della pandemia. E’ proprio vero che quando si chiude un’edicola va in crisi tutto quel sistema di reti di relazioni all’interno di un quartiere. Un’edicola che chiude non rappresenta solo la cessazione di un servizio ma anche la perdita di un luogo di interazione sociale e di relazioni di vicinato, di un luogo simbolo dell’informazione, della cultura e della socialità.
Sicuramente le abitudini dei lettori italiani e di quelli lucani sono mutate: si tende per una informazione digitale; occorre, pertanto, prendere atto del cambiamento delle abitudini di fruizione dell’informazione e ragionare sulle possibili soluzioni da adottare per salvaguardare le edicole dalla loro chiusura e contrastarne il declino, mettendo in atto misure ad hoc per evitare ulteriori danni. Considerare, ad esempio, anche forme di sostegno per coloro che, nel periodo dell’emergenza e mettendo a rischio la propria salute, hanno garantito ogni giorno il diritto all’informazione dei cittadini.
In questo contesto in cui, per tristi vicende locali, il giornalismo e il diritto di informazione sono messi a dura prova, auspico che gli interventi che la Regione Basilicata, in materia di sostegno alle imprese editoriali, sta approntando sortiscano effetti positivi anche per le edicole e per gli edicolanti. A questi ultimi va tutta la mia riconoscenza per il loro lavoro instancabile e appassionato.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle