Il Piano strategico del presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, si presta, nell’imminenza dei prossimi passaggi in Consiglio regionale, ad una serie di riflessioni. Il documento è stato predisposto con l’ausilio di studiosi di fama locale e interregionale. Attenzione, però, questo importante documento non deve indurci a pensare che il Psr sia la pozione magica per risolvere i mali che affliggono la Basilicata, affossata da anni e anni di clientelismo famelico, mortificazione dei cittadini (a partire dai giovani), totale assenza di meritocrazia e sguardo corto. In più arriviamo con diversi anni di ritardo per l’approvazione. È iniziato il terzo anno di vita della Giunta Bardi e solo ora si presenta il Psr. Con calma non c’è fretta.
INFRASTRUTTURE
L’anno che è appena entrato mi vedrà di nuovo impegnato a denunciare, come fatto dall’inizio della mia esperienza in Consiglio regionale, lo stato pietoso in cui versano le strade provinciali, vere cerniere di sviluppo e progresso per tutti i territori della Basilicata. La nostra regione paga lo scotto di un atavico isolamento prima di tutto delle aree interne. Il Piano strategico del presidente Bardi si limita su questo argomento alla enunciazione di alcuni principi e constatazioni (sin troppo elementari sotto certi versi). È, per esempio, sotto gli occhi di tutti il divario infrastrutturale. Manca, però, nel corposo documento a firma del presidente della Giunta il “come intervenire” e “come inquadrare” le criticità. Gli esperti – buoni per tutte le stagioni politiche – ingaggiati dal governatore partono dal cosiddetto “problem solving” in una nebbiosa visione, senza tenere a mente il “problem setting”.
La Basilicata potrà agganciare una serie di opportunità di sviluppo e farsi protagonista di virtuosi processi se manterrà il contatto con la realtà circostante. Nessun riferimento agli interventi che si intendono fare per la viabilità provinciale e le risorse che si vogliono investire. Occorre un ponderoso piano di investimenti per la viabilità interna. Prima di guardare fuori regione, connettiamo le realtà lucane. Altro aspetto che mi permetto di evidenziare concerne la valorizzazione – come fecero oltre un secolo fa accorti amministratori e uomini delle istituzioni – della linea ferroviaria Potenza/Melfi/Foggia, dalla quale si snodano collegamenti fondamentali che si innestano a nuovi in via di completamento. A tal riguardo, un ruolo significativo potrebbe averlo nuovamente la tratta Rocchetta Sant’Antonio (Fg) – Gioia del Colle (Ba), che interessa direttamente la nostra regione nella parte Nord nell’area del Venosino e dell’Alto Bradano. Questa tratta, della lunghezza di circa 140 chilometri, risale alla fine del 1800, e presenta diramazioni per Barletta, Matera, Foggia, Bari e Taranto. Il tratto ricadente nel territorio lucano è lungo circa 50 chilometri e si interseca con la tratta ferroviaria Potenza/Melfi/Foggia e attraversa la zona industriale di San Nicola di Melfi, dove i treni raggiungono la velocità massima (110 km/h). Se rivitalizzata potrebbe mettere in collegamento diversi territori al momento privi di strade ferrate. Non poco per quelle aree che patiscono fenomeni di isolamento infrastrutturale che si traduce, poi, in sottosviluppo.
Si aggiungano inoltre gli interessanti progetti legati al Porto turistico di Castrocucco, che per Maratea e il Lagonegrese, sarebbero un ulteriore spinta in termini di sviluppo dell’economia locale e regionale.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E SERVIZIO GIUSTIZIA
Un tassello importante è rappresentato dal soppresso Tribunale di Melfi. La Regione dovrebbe impegnarsi con tutte le forze a sua disposizione per rendere di nuovo centrale il tema del Tribunale di Melfi chiuso nel 2013: una – è proprio il caso di dirlo – ingiustizia per l’area più popolosa della regione con la beffa di nessun risparmio economico con l’accorpamento degli uffici giudiziari e tempi dei procedimenti nient’affatto ridotti. Disagi per tutti: per i cittadini, per gli avvocati, per gli operatori del diritto. Il Tribunale di Melfi deve essere riaperto, come ho anche evidenziato alla fine dello scorso anno, nell’audizione in Commissione Giustizia del Senato. Altro tema rilevante è l’istituzione degli uffici della Dia (Direzione investigativa antimafia) per i quali occorre imprimere una accelerata anche con una massiccia sensibilizzazione della Regione Basilicata.
IMPRESE
Come si attirano gli investimenti e le imprese. Il Psr non ce lo dice. Eppure, gioca un ruolo importante Sviluppo Basilicata, società in house della Regione, soltanto citata nella parte finale del documento. Nessun riferimento, neppure, per quanto riguarda il ruolo fondamentale svolto dalle Camere di Commercio e la relativa funzione statistica ad esse riconosciuto. Il monitoraggio che le Camere di Commercio svolgono può essere molto utile per conoscere lo stato in cui versano le imprese lucane. Silenzio di tomba.
AMBIENTE
I controlli devono farsi stringenti. Non basta pensare che all’incasso delle royalties vi sia una superficialità dei controlli. Non basta soffermarsi solo sui siti di estrazione di idrocarburi. Quali benefici hanno portato? Si concentrino gli sforzi per controlli costanti anche su siti molto impattanti: il termovalorizzatore Fenice di Melfi e il cementificio/inceneritore di Barile. Quest’ultimo a ridosso del centro abitato e in un territorio a vocazione agricola, fortemente in pericolo.
L’Italia lo scorso anno è stata sanzionata dalla Cedu per i mancati interventi sui depuratori, alcuni dei quali presenti pure in Basilicata. Mancano nel Psr riferimenti ai depuratori non funzionanti o malfunzionanti, in alcuni casi delle vere e proprie bombe ecologiche. È indispensabile agire con lungimiranza, prevedendo interventi tali da garantire il corretto funzionamento degli impianti. Serve una programmazione degli interventi di bonifica dei siti, si pensi pure a quello ex Daramic di Tito.
Non va neppure dimenticata la valenza strategica di Monticchio con la sua riserva naturale. Continuiamo a confrontarci con una visione poco innovativa per il rilancio di questa perla naturalistica. Non basta il rifacimento delle panchine o la costruzione di chioschi moderni per la vendita di panini e bibite. Come migliorare il traffico? Come regolarlo coerentemente con il valore ambientale? Come creare ed incentivare un turismo responsabile e di qualità per fruire adeguatamente di questo luogo meraviglioso? Nessuna idea nel Psr.
TUTELA DELLA SALUTE
La medicina di prossimità è la nuova frontiera. Dall’inizio della pandemia molti parametri sono stati rivisti. Si pensi all’ospedale di Venosa: una traccia è stata già suggerita da me con una serie di proposte ed interventi. Dopo il Covid-19 il Pod di Venosa va potenziato, ci sono a tal proposito anche impegni ufficiali presi dal Consiglio regionale.
AREA BRADANICA
Si pone giustamente l’attenzione su un territorio che da un punto di vista economica (per via della sua agricoltura fiorente) può rappresentare un altro asse di sviluppo privilegiando la sua vocazione naturale: quella agricola. Mancano però proposte concrete nel Psr.
REGIONALISMO DIFFERENZIATO
Vigilare con attenzione. Il Psr rileva che mancano studi sugli impatti del federalismo differenziato. Suggerimento: La Giunta faccia sentire la sua voce, onde evitare che si arrivi sempre a dire sì a ricette e proposte provenienti dalle regioni più ricche con l’unica alternativa da parte nostra di sorbirci sempre decisioni che pochi effetti in termini di benessere e sviluppo avranno per la Basilicata.
Costruire le case dal tetto è improbabile. Si parta avendo a mente la realtà della Basilicata e le esigenze dei lucani. Gli effetti speciali e le realtà aumentate non interessano ai cittadini della nostra regione.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale MoVimento Cinque