La notizia delle 399 persone che in Basilicata hanno beneficiato della misura del reddito di cittadinanza pur non avendone i requisiti ha suscitato, come prevedibile, giuste indignazioni, da un lato, e più strumentali e vacue considerazioni, dall’altro.
Che l’attribuzione del reddito di cittadinanza (rdc) debba essere sottoposta a più rigorose e stringenti verifiche è fuor di dubbio; ma è altrettanto indubbio che la misura del reddito di cittadinanza è oggi più che mai indispensabile: ergo, non si tocca.
Si verifica, si migliora, ma non si abolisce.
A luglio del 2021, così come riportano i dati pubblicati dall’INPS, in Italia le famiglie che hanno percepito il reddito di cittadinanza erano un milione e 242mila, per un totale di due milioni e 920mila persone coinvolte. Oltre due milioni di persone, dunque, che vivevano in povertà e che hanno trovato nel reddito di cittadinanza uno strumento di sopravvivenza, non un lusso.
Sullo stato di necessità delle persone non si lucra, non si specula, non si filosofeggia.
Il rdc non è certo la panacea per tutti i mali, ma ad oggi si rivela uno strumento necessario: in un mercato del lavoro internazionale e sempre più precario (precarietà che è l’altra faccia della flessibilità), il rdc diventa uno strumento utile a sostenere persone e famiglie che altrimenti non avrebbero possibilità di campare.
Il problema reale su cui politici o sedicenti tali dovrebbero affaticarsi non è la bontà o meno del rdc; bisognerebbe piuttosto provare a interpretare e governare le trasformazioni che, a ritmo sempre più accelerato, stanno stravolgendo il mondo del lavoro. Fenomeni come la digitalizzazione e la robotizzazione del lavoro vanno compresi e disciplinati.
Il rdc non è la causa della disoccupazione, ma l’effetto. E fingere che così non sia è sciocco, quando non colpevole.
Dunque, le storture vanno raddrizzate e l’attribuzione del reddito verificata, ma la misura in sé, ad oggi, salva e sostiene le frange più deboli del nostro tessuto sociale, le stesse che destra e sinistra hanno trascurato negli ultimi decenni, quando non strumentalizzato per ottenere consensi in cambio di buoni pasto.
Il rdc salva dal rischio povertà e pure dal ricatto, con buona pace di chi su questo vuole speculare.
Carmela Carlucci
Consigliera regionale M5s Basilicata