Quanto sta approntando la delegata alle Politiche Culturali e alla cooperazione , Consigliera regionale Dina Sileo, è molto confortante. Qualcosa di inedito – direi rivoluzionario – si sta mettendo in campo per la nostra Regione. La collega Sileo prima ha espresso forti perplessità sul Piano Regionale sullo Spettacolo, perché non coerente con le linee di programmazione, poi ha lanciato una vera sfida al mondo della cultura lucana, chiedendo che si abbandonino nicchie e protezionismi con l’intento chiaro di raggiungere obiettivi trasparenti e svincolati dalla politica.
Voglio ricordare a tal riguardo che nel 2019 volli, in totale solitudine, smuovere le acque stagnanti in un settore fragilissimo e senza tutele. Un settore che senza interventi mirati rischia di scomparire. Lo feci con spirito costruttivo, mosso dalla curiosità di comprendere i motivi dei ritardi sui bandi e il perché delle incredibili assenze nel sostegno alle attività culturali. Mi adoperai con interpellanze e richieste di accesso agli atti, ma senza ottenere concreti risultati. Ora, constatare che la Consigliera Dina Sileo stia lavorando nel senso auspicato non può che rallegrarmi. Finalmente, a distanza di due anni, si mettono in moto azioni concrete volte a garantire trasparenza ed equità nell’azione della Regione nell’ambito delle politiche culturali. Queste ultime non sono proprietà privata di qualcuno; non appartengono a chi si atteggia a detentore di qualche verità o superiorità intellettuale per coltivare filiere elettorali. La cultura è una espressione della democrazia. Può solo unire le persone e mai deve limentare faziosità o sollevare steccati.
Gli argomenti posti all’attenzione della politica e degli operatori del settore sono destinati ad aprire un dibattito costruttivo. Occorre prima di tutto rilanciare l’azione istituzionale a sostegno di una categoria e di un settore senza rappresentanze e ridotto allo stremo. Non a caso da troppo tempo abbiamo assistito ad improbabili artifici per agevolare soggetti culturali vicini ai soliti soloni e alle solite vestali della stopposa burocrazia regionale. I tempi sono maturi per una seria riflessione finalizzata ad una revisione in termini più moderni dello strumento legislativo regionale. A partire dalla pubblicazione di tutti gli atti prodotti: da quelli che determinano le modalità dell’assegnazione dei contributi, dai verbali della Commissione, dalla pubblicazione degli statuti e degli atti costitutivi delle associazioni ai relativi bilanci annuali approvati come per legge. È opportuno inoltre verificare che i lavoratori impegnati nelle attività programmate e sovvenzionate con fondi regionali non siano contemporaneamente dipendenti pubblici, in palese contrasto con le norme in vigore, come emerso di recente.
Non posso che auspicare azioni politiche ed amministrative all’insegna della trasparenza ed imparzialità, volte a rimuovere incrostazioni e realizzare in tempi brevi nuove regole condivise con le categorie e le imprese della cultura. In questo modo si garantirebbe pure la tutela dei lavoratori dello spettacolo e si rimetterebbe in moto il protagonismo delle Comunità locali. La Basilicata non ha niente di meno rispetto ad altre realtà italiane.
Gianni Leggieri
Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle