La giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite, invita tutti a riflettere sull’emergenza di genere, soprattutto in questa crisi pandemica da Covid-19. In quest’ultimo periodo, gli episodi di violenza domestica e i casi di femminicidio, infatti, hanno avuto un forte incremento. L’emergenza sanitaria ha solo aumentato tutte le problematiche già presenti.
In Italia, ogni tre giorni, una donna è vittima di femminicidio: il 78% di questi episodi avviene tra le mura domestiche.
Questo andamento è diventato ancora più drammatico nel periodo delle misure di contenimento del lockdown: da marzo a giugno di quest’anno le donne vittime di femminicidio sono state 44. I Centri antiviolenza hanno visto aumentare di molto le richieste di aiuto da parte di donne costrette ad una ‘convivenza forzata’.
La Legge n. 69/2019 denominata “Codice rosso”, ha introdotto quattro nuovi reati: violazione misure di protezione per le vittime, costrizione al matrimonio, revenge porn e sfregi permanenti. Il recente intervento normativo del Codice rosso, basato sulla corsia preferenziale dell’ascolto, ha permesso, in un anno, l’apertura di 4mila indagini, di cui mille inchieste solo sul revenge porn che punisce la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
Il Codice rosso non è il rimedio per tutti i mali. Non basta. I dati sui femminicidi ci dicono che il percorso da fare è ancora lungo e tortuoso per assicurare una tutela immediata alle vittime di violenza domestica e di genere. Spesso la violenza psicologica distrugge più della violenza fisica; non bisogna sottovalutare mai già le prime avvisaglie.
Un tema così complesso richiede un approccio serio e sinergico: un coinvolgimento di enti, istituzioni, forze dell’Ordine ed associazioni del territorio. Un impegno costante di tutti verso le vittime di violenze con la promozione di azioni volte a contrastare gli stereotipi e le discriminazioni di ogni tipo, favorire modelli di welfare inclusivo, quali strumenti utili per valutare e prevenire il rischio di recidiva e violenza.