Gentile Presidente Bardi,
care cittadine e cari cittadini lucani,
è difficile impugnare la penna e scrivervi in questi tempi bui e angoscianti, quando le forze iniziano a venire meno e la battaglia contro questo maledetto virus si fa sempre più dura, fisicamente e psicologicamente.
Tanti gli sforzi che ci sono stati richiesti negli ultimi mesi e tanti ancora quelli che saremo costretti a compiere, prima di tornare alla nostra piena socialità e alla nostra vivace quotidianità.
Per la nostra Basilicata, poi, la situazione è particolarmente critica: a marzo, il Coronavirus aveva fatto appena capolino nella nostra terra; oggi, invece, è un suo ospite inquietante.
Un ospite che ha, brutalmente, rivelato le falle di una politica regionale che, per anni, ha depauperato il nostro territorio. E così, abbiamo “scoperto” che la sanità lucana fa acqua da tutte le parti, che − nonostante il vantaggio temporale e il basso livello demografico – non siamo riusciti a praticare uno screening capillare su tutta la popolazione, a riorganizzare i trasporti e a non chiudere le scuole, ad allestire degli ospedali da campo e a preparare il nostro personale sanitario…
Queste sono cose che i lucani, ahimè, conoscono bene e che in molti hanno patito sulla propria pelle.
Contrastare il perpetuarsi di queste cattive pratiche è e resta, per me, prioritario.
Oggi, però, intendo rivolgere un appello tanto alla Giunta Regionale quanto ai cittadini lucani e a quello spirito di solidarietà che pur li anima, soprattutto nelle circostanze più drammatiche.
Il personale ospedaliero tutto − dai medici, agli infermieri, agli operatori socio-sanitari, al personale delle residenze sanitarie assistenziali – mai come in questo momento storico, costituisce il patrimonio più prezioso che abbiamo. Dobbiamo salvaguardarlo a ogni costo, per il loro bene e per il bene di tutti.
Per questa ragione, vorrei chiedere ai ristoratori e albergatori lucani di mettere a disposizione le proprie risorse per ospitare tutte queste persone che ogni giorno lavorano in corsia; vorrei chiedere a questi ultimi un ulteriore sacrificio, ossia quello di lasciare momentaneamente le proprie residenze abituali e di trasferirsi in queste strutture, al fine di proteggere sé stessi, le proprie famiglie e anche la tenuta del nostro sistema sanitario.
Siamo a un livello di precarietà tale che non ci consente di rinunciare neanche a un infermiere, per questo bisogna salvaguardarli.
Ricordo, inoltre, che i nostri medici e infermieri – che attualmente vivono con le proprie famiglie, esposte come tutte al contagio − trascorrono molte ore nei più svariati reparti, a contatto con pazienti che versano, a volte, in situazioni già molto critiche, per cui contrarre anche il virus in ospedale potrebbe essere fatale.
Chiedo, altresì, alla Giunta Regionale di impegnarsi nel reperimento di sussidi e ristori necessari destinati a tutti coloro che decideranno di compiere questo sacrificio: a chi metterà a disposizione le proprie strutture ricettive e a chi si trasferirà, momentaneamente, in esse.
Il sacrificio richiesto è indicibile, pertanto va sostenuto almeno economicamente.
Sulla sanità e sulla salvaguardia di noi tutti, la Regione non può e non deve lesinare.
Sono convinta del fatto che, anche in questa circostanza, i lucani metteranno in campo le proprie energie migliori e il proprio encomiabile spirito di collaborazione e che la Giunta Regionale non negherà il proprio supporto.
Ad maiora,
Carmela Carlucci, Consigliera regionale M5s Basilicata.