Ho seguito con molto interesse e attenzione la cerimonia di inaugurazione del 37esimo Anno Accademico dell’Università degli Studi della Basilicata. È stato molto chiaro il messaggio lanciato dalla Rettrice, Aurelia Sole, servono maggiori finanziamenti per il nostro Ateneo.
Bisogna passare dalle promesse e dagli annunci alle azioni concrete sia a livello di Governo nazionale che regionale. Per me un piano di investimenti e sviluppo dell’Università lucana è un elemento imprescindibile per pensare al futuro di tutto il territorio regionale.
L’Università degli Studi della Basilicata, con le sue due sedi di Potenza e Matera, rappresenta una delle più preziose risorse del e per il nostro territorio.
Troppo si è detto, tuttavia, e poco si è fatto in questi anni perché, da inconfutabile risorsa (qual è!), l’Università diventasse soggetto protagonista della politica culturale e, più ampiamente, socio-economica di questa regione. È, infatti, nelle migliaia di studenti che, ogni giorno, frequentano i Dipartimenti dell’UNIBAS che risiede la ricchezza della Basilicata, non nell’oro nero, quindi, ma in quella miniera di studio, fatica, ricerca appassionata, innovazione e creatività.
Ebbene, la politica regionale deve puntare tutto su questa classe di giovani, di studenti, di ricercatori, di dottori di ricerca, affinché, una volta formati, non siano costretti ad abbandonare la nostra terra. La Regione Basilicata ha bisogno dei sui studenti e deve continuare a sostenerne lo studio e l’impiego, investendo maggiori risorse e, soprattutto, provando a suturare quel gap che si divarica sempre più tra il momento della formazione e il mondo del lavoro.
È necessario, anzi imperativo, realizzare delle politiche di investimento che congiungano formazione e lavoro, per arginare l’emorragia di dottori di ricerca e di studiosi che sta affliggendo la nostra Basilicata. Sono pochi coloro che “possono” restare continuando a fare ricerca, ossia continuando a fare ciò per cui sono stati formati, anche grazie al sostegno economico statale. Mi chiedo, a questo punto, in quale direzione si sia mossa fino ad ora la politica regionale: che senso ha formare, nella nostra regione, a spese pubbliche, dottori di ricerca e ricercatori costretti, poi, ad allontanarsi dalla Basilicata o dall’Italia per trovare un impiego all’altezza delle proprie specializzate e complesse competenze?
Dobbiamo smetterla di coltivare talenti e professionalità altamente specializzate per poi lasciarli andar via con biglietto di sola andata. La Regione deve muoversi al fianco dell’Università, provando a sostenere e a promuovere una forte politica di reclutamento di ricercatori, l’istituzione di borse Post Doc nonché la moltiplicazione di tirocini professionalizzanti, al fine di saldare il legame tra la formazione universitaria e le industrie (le esigenze) locali.
Dal settore agroalimentare, a quello automobilistico, medico, turistico, culturale, non esiste ambito in cui lo studio e la ricerca universitari non possano offrire approfondimento, innovazione, progresso.
La Basilicata deve affidarsi a questa fucina di idee, conoscenza e creatività per ripartire e, per farlo, deve modificare anche il proprio ambiente, ripensandolo a misura di studente; provvedendo, quindi, a un potenziamento dei trasporti così da rendere i due poli di Potenza e Matera facilmente raggiungibili, interconnessi in maniera adeguata ed efficiente, all’assegnazione di alloggi a tutti gli studenti che risultano idonei, alla promozione di tariffe agevolate rivolte agli studenti per i trasporti, la ristorazione e per la fruizione di tutte le attività culturali e sportive che possono rendere attrattivo un luogo. Dobbiamo pensare, infatti, a un’Università che non solo non faccia scappare i lucani, ma che, al contempo, risulti stimolante anche per gli studenti fuori regione.
Da consigliere della Regione Basilicata, padre e cittadino, guardo con preoccupazione al futuro della mia terra, convinto del fatto che la nostra regione debba beneficiare di più e meglio delle opportunità, anche in termini di finanziamento, offerte dall’Europa. Fermo restando la necessità di aprire una riflessione profonda sui modi e i metodi della valutazione della qualità della ricerca che ingiustamente determinano la distribuzione dei finanziamenti per l’università, credo sia una necessità, per la nostra regione, quella di iniziare seriamente e sistematicamente a pensare alla possibilità di aprire spazi a figure professionali in grado di intercettare fondi europei per consentire ai nostri ricercatori di perseguire in Basilicata i propri lavori. La Regione e l’università non necessitano di incubatori, ma di ponti effettivi con l’Europa. Al tempo dei proclami, dei tagli dei nastri e delle parole senza risvolti pratici non crede più nessuno. Pertanto, sarà mio personale impegno lavorare in questa direzione.
Gianni Leggieri
Consigliere Regionale M5S Basilicata