In Basilicata il cittadino è sempre l’ultimo a sapere cosa succede nella propria terra. Ed è così che le notizie arrivano sempre da fonti lontane e diverse da chi invece per il ruolo che ricopre ha il dovere di informare in maniera trasparente i cittadini.
È di questi giorni la notizia che sarebbe stato raggiunto un accordo storico per la realizzazione del più grande gasdotto del mondo che dovrebbe arrivare sulle coste lucane del mar Jonio, interessando il territorio dei comuni di Pisticci e Scanzano. Precisamente, la condotta dovrebbe partire dallo Stato di Israele toccando, Cipro e Grecia per approdare poi alle coste joniche della Basilicata.
Si scopre così che all’inizio di aprile è stata firmata l’intesa per il progetto EastMed dal commissario europeo per l’energia Miguel Canete, dal MinistroCarlo Calenda e dai corrispettivi ministri degli altri Paesi.
Un progetto incluso già nel 2015 tra i Progetti di Comune Interesse (PCI) della Commissione europea, compreso nel Piano decennale di investimenti per rafforzare il mercato unico dell’energia, che ha beneficiato del fondo Connecting Europe Facility (CEF), con due milioni di euro che hanno co-finanziato lo studio di fattibilità di IGI-Poseidon (società ad oggi 50% dell’italiana Edison e 50% della greca Depa).
Il gasdotto dovrebbe coprire circa ben 1.300 km off-shore per il collegamento tra Israele, Cipro, Creta e il Peloponneso e circa 600 km in superficie per attraversare la Grecia, e poi l’Italia. Una capacità di trasporto di 10 miliardi di mc di gas, estendibile a 20, con un costo previsto di sei miliardi di euro.
In Europa di gasdotti ce ne sono già in abbondanza, nonostante i consumi siano in costante diminuzione. I progetti di nuovi gasdotti rispondono quindi a ragioni economico-finanziarie e non alle necessità reali di chi vive in Italia o negli altri Paesi.
Su opere del genere si è già discusso molto, soprattutto se prendiamo ad esempio il TAP, il gasdotto che dovrebbe realizzarsi in Puglia, con il suo approdo sulle bellissime coste di San Foca in salento. Dove passa un gasdotto, tutte le altre attività economiche diventano secondarie o collaterali, e secondari e collaterali diventano anche gli abitanti di quelle terre.
Andando oltre, il gasdotto è la testa di ariete di un modello di sviluppo che si porta dietro cementificazione, inquinamento e danni all’ambiente che si manifesterebbero negli anni a venire. Tutti aspetti, di cui la nostra regione ne farebbe volentieri a meno, dato l’inquinamento presente già oggi e la totale incapacità di gestione del fenomeno da parte della politica lucana.
A tutto ciò si aggiunge il mistero dei rilievi geofisici che si stanno effettuando nelle nostre acque Joniche a poche miglia dalla costa lucana da parte della Lighthouse, una società con sede in Bologna la cui attività è per la maggior parte concentrata nei luoghi soggetti al mercato del gas e del petrolio.
Occorre che chi Governa questa regione ci dica se vi è connessione tra le ricerche geofisiche che si stanno effettuando in questi giorni e il mastodontico gasdotto EastMed. Inoltre, vorremmo conoscere qual è lo stato dell’arte realizzando gasdotto e qual è stato il coinvolgimento e il ruolo della nostra regione in questo progetto. Sono questi punti toccati dall’interrogazione che ho depositato in questi giorni, per la quale si auspica in una pronta risposta da parte dei suoi destinatari, la Giunta regionale e il Presidente Pittella in primis.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata