Centro Olio Val d’Agri (COVA): subito dopo aver ottenuto gli atti che avevamo richiesto tramite PEC all’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata, ci siamo messi al lavoro per cercare di fare il punto della situazione. La richiesta partiva dalla lettura della D.G.R. 733/2017 del 17 luglio scorso, con cui la Giunta disponeva la riapertura del COVA stabilendo una lunga serie di “prescrizioni” cui l’ENI deve ottemperare. Ed è proprio basandoci su queste prescrizioni che abbiamo formulato la nostra richiesta di accesso agli atti interamente consultabili a questo link. Ciò che emerge è che, per quanto riguarda le condotte, al 31 luglio 2017 risultavano, su poco più di 20.000 metri ispezionati complessivamente, circa ¼ (5.000 m.) da sistemare o con la tecnica del ‘relining’, (che consiste nella riparazione attraverso l’uso di una resina) o attraverso la loro sostituzione.
Tra le varie comunicazioni incluse nella copiosa documentazione acquisita, spicca quella del 26 luglio scorso relativa alla ripresa delle attività di reiniezione presso il sito di Costa Molina 2. Inoltre, sul “fronte” degli sforamenti emissivi comunicati da ENI ad ARPAB, si è potuto constatare che si sono verificate anomalie non solo nel periodo di “riavvio” delle attività (ovvero dalla data di riapertura fino al 16 agosto, giorno di “messa a regime” del COVA, come peraltro anticipato da ENI), ma anche ben oltre questo periodo (ne risultano anche il 10 settembre 2017). Mentre qualcuno nella maggioranza pittelliana finalmente si interroga sull’opportunità di introdurre limiti normativi più severi e stringenti per l’emissione delle sostanze nocive (come proposto dalla p.d.l. a firma del “nostro” Gianni Leggieri) il COVA non pare rispettare neppure i limiti emissivi attualmente in vigore. Siamo poi in attesa che il competente ufficio regionale ci consegni i documenti relativi alla cronologia degli interventi effettuati sul serbatoio D (quello individuato come causa dello sversamento di greggio).
Gli interventi di messa in sicurezza del predetto serbatoio D sono previsti in un allegato (guarda caso, proprio allegato “D”) alla delibera di Giunta Regionale n. 733/2017 (quella di riapertura del COVA). I documenti che attesterebbero gli evidenziati interventi, non ci sono ancora stati trasferiti, tanto da costringerci a richiederli nuovamente via PEC. L’ARPAB ne aveva richiesto la produzione entro 30 giorni dalla ripresa delle attività del COVA; la documentazione precedentemente presentata risultava, a detta dell’Agenzia, frammentaria e senza elementi di unitarietà, organicità e sintesi così come richiesto dal gruppo di lavoro. E tutto questo, al netto delle gravi evidenze emerse nella Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) presentata a Viggiano lo scorso 22 settembre nel corso di un’affollata conferenza pubblica.
Cosa aspettano ancora il Presidente Pittella e la sua Giunta a mettere la parola fine a questa orrorifica saga? Se non ora, quando, Presidente Pittella?
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale