Ci tocca registrare l’ennesima imbarazzante retromarcia di esponenti di spicco della maggioranza pittelliana palesatasi nella persona del Consigliere Regionale, Vito Santarsiero. Evidentemente le innumerevoli sagre estive e qualche colloquio in riva al mare avranno spinto l’ex Presidente della Provincia di Potenza, nonché ex Sindaco di Potenza a smentire quanto approvato lo scorso marzo a seguito della presentazione della nostra mozione per l’istituzione della giornata in memoria dei martiri del Meridione.
Le prime avvisaglie della retromarcia erano arrivate con le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Regionale, Franco Mollica (astenutosi in quell’occasione), ma a Santarsiero è toccato l’onere di circostanziare le motivazioni arrivando a denigrare quanto da lui votato assieme ad altri 11 esponenti del Partito Democratico. Lo ‘smemorato di Potenza’, “tomo tomo, cacchio cacchio”, parla di “imperdonabile distrazione di tutti i consiglieri, con esclusione del presidente Mollica e annuncia una mozione tesa ad annullare quanto infelicemente approvato lo scorso 7 marzo”. In realtà, le dichiarazioni di Santarsiero stravolgono il senso della nostra mozione, che chiedeva giustizia e memoria per le migliaia di persone del meridione che hanno pagato con la vita il processo di unificazione del Paese. Non si capisce perché rappresenterebbe un problema il fatto che la mozione fa parte di un’azione concertata con altre regioni del Sud (approvata anche in Regione Puglia). Nessuno di noi poi ha mai dichiarato di voler rimuovere busti nelle piazze come Santarsiero cerca di far intendere. Sono piuttosto gli ambienti vicini alla maggioranza a svelare una rinnovata voglia di erigere statue ed intitolare piazze a statisti del calibro di Emilio Colombo.
L’impressione è che si continui a distorcere la realtà in maniera strumentale per tentare di evitare che vengano divulgate alcune inoppugnabili verità storiche sul processo di unificazione italiana. Verità per alcuni ancora troppo scomode.
Santarsiero, infine, avrebbe fatto meglio a tacere sul ruolo svolto dalla Città di Potenza nel Risorgimento. Alcuni storici hanno chiarito, dissolvendo ogni stantia retorica risorgimentale, che il Sud fu annesso dal Regno sabaudo e che vi fu un movimento di forte resistenza da parte dei c.d. “Briganti” che ebbe inizio nell’aprile del 1861 proprio in Basilicata (fonte: A. Del Boca, “Italiani, brava gente?”, Biblioteca Neri Pozza, Vicenza, 2009, pp. 55-62). Quanto all’attualità, è bene poi ricordare agli smemorati (di Potenza e dintorni) che il capoluogo continua a drenare ingenti risorse a scapito dell’intero territorio regionale e senza alcun beneficio per i suoi cittadini, se non per i pochi fortunati di qualche cerchia ristretta. Si ricorderà, infatti che nella legislatura in corso sono stati devoluti ben 32 milioni di euro per risanare le casse dissestate della città di cui Santarsiero è stato Sindaco per ben ben 10 anni (2004 – 2014).
Forse quando punta il dito contro la classe dirigente politica meridionale, per giustificare il gap tra Mezzogiorno e resto del Paese, Santarsiero non ricorda neppure di esserne stato (ed esserne tuttora) parte integrante. Ad ogni buon conto, ci auguriamo che la Giunta colga il “cuore” della mozione, coinvolgendo, a vantaggio soprattutto dei giovani, i tanti scrittori, artisti e studiosi che si occupano dell’argomento, in un processo di riscoperta, ripristino e divulgazione della verità storica su quello che ha comportato il cosiddetto Risorgimento. Come abbiamo già avuto modo di affermare all’indomani dell’approvazione della mozione, qui non si tratta di riscrivere la storia ma solo di evidenziare alcune importanti verità, rileggerla meglio, senza saltare o omettere passaggi che qualcuno reputa, dall’alto della sua sedicente conoscenza elitaria, non degni di nota. E di memoria.
Gianni Perrino
Gianni Leggieri
M5S Basilicata – Consiglio Regionale