La delibera della Giunta regionale n. 347 del 3 maggio 2017 con la quale sono stati disposti tagli netti alla retribuzione dei medici di medicina generale rappresenta l’ennesimo duro colpo alla sanità pubblica da parte della Giunta Pittella. Reputo la decisione della Giunta regionale molto grave e profondamente ingiusta.
La questione non è meramente economica, anche se è sostanziale la riduzione dello stipendio che verrà messa in atto con questa delibera. Ciò che preoccupa maggiormente è il valore che si dà alla dignità professionale di queste persone, senza contare che con questi provvedimenti si mette a rischio la medicina di continuità assistenziale in Basilicata. In una Regione che è già attraversata da una crisi di scelta lavorativa proprio in campo sanitario (di recente la cronaca ci ha fatto sapere che non si trovano medici disposti a venire in Basilicata) e che vede comunque i presidi ospedalieri vivere momenti di grande difficoltà, si aggiunge ora anche il disagio di una intera classe lavorativa che opera soprattutto nei piccoli centri, garantendo quella assistenza sanitaria in modo capillare su tutto il territorio. Il rischio è allora quello di trovarsi domani a dover fare i conti con la difficoltà di trovare medici disposti a coprire le ore di medicina di continuità assistenziale proprio nei centri più piccoli e disagiati.
Tra l’altro, sono anni che tale categoria di medici lamenta la mancata regolamentazione delle attività ambulatoriali, la mancata attuazione del servizio di reperibilità (lasciato alla buona volontà del medico), nessuna normativa che regolarizzi le prestazioni a favore di cittadini residenti fuori regione, così come per l’assistenza di pazienti a domicilio (assistenza domiciliare integrata).
La situazione sanitaria era già disperata non soltanto per i tagli del Governo Renzi ma anche per gli sprechi ai quali è stata abituata da anni di mala politica regionale.
Colpire le indennità di rischio, quelle relative all’usura della propria autovettura utilizzata per gli spostamenti assistenziali (soprattutto in riferimento alla medicina pediatrica), qualificandole come sprechi, tenendo gli occhi chiusi laddove servirebbe realmente entrare con una cesoia azzerando gli sprechi in sanità, la dice lunga sulla gestione della sanità di questa giunta.
Quello della riduzione salariale delle guardie mediche non è altro che l’ennesimo colpo inferto a quella parte di sanità che per sopravvivere non ragiona sulle grandi finanziarie ma su quello che un tempo era la vera tutela alla salute del cittadino e cioè il tessuto sociale in cui operano. E se guardiamo alla Basilicata, fatta da Comuni che il più delle volte riportano una presenza demografica al di sotto dei 6-7mila abitanti, è facile farsi l’opinione sulla inopportunità di questa delibera. L’ennesima.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata