Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione.
“Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” fu la parola d’ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento. Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.
Negli ultimi anni purtroppo il mondo del lavoro è stato stravolto dalla globalizzazione e da controriforme, ultima quella del Jobs Act, che hanno sempre di più indebolito i diritti dei lavoratori, mettendo a rischio anche la dignità dell’essere umano. Questi stravolgimenti hanno trovato impreparati i sindacati che non hanno più saputo, spesso per responsabilità dei loro dirigenti, interpretare la realtà e non sono più riusciti a svolgere il proprio ruolo, soprattutto in relazione alla miriade di nuove forme di lavoro e di contratti atipici che il liberismo ha creato negli ultimi vent’anni.
Serve un cambiamento vero che guardi al futuro, e il Movimento 5 Stelle ha immaginato il futuro del mondo del lavoro, scrivendo, con il supporto di esperti e studiosi, il Programma di Governo e votandone i punti prioritari su Rousseau, la piattaforma di democrazia partecipata fruibile da parte di tutti gli iscritti certificati.
Il #ProgrammaLavoro si articola in cinque punti: Riforma della rappresentanza sindacale, eliminazione dei privilegi e dei finanziamenti pubblici ai sindacati, maggiore partecipazione del lavoratore nella vita dell’azienda, taglio delle ore di lavoro e superamento dell’attuale sistema previdenziale.
Rappresentanza sindacale. Necessaria una riforma della rappresentanza sindacale, i lavoratori devono avere il diritto di poter eleggere le proprie rappresentanze sindacali e di essere eleggibili con libera competizione tra tutte le organizzazioni indipendentemente dall’aver firmato l’accordo sindacale con la controparte.
Eliminare i privilegi sindacali. Il programma prevede lo stop ai sindacalisti carrieristi della politica e nei consigli di amministrazione e gestione delle aziende, lo stop ai bilanci opachi senza obblighi di trasparenza, lo stop ai finanziamenti pubblici e alle quote di servizio dei contratti e degli enti bilaterali, lo stop al rinnovo automatico delle tessere degli iscritti al sindacato, lo stop ai distacchi retribuiti se non sono legati alla effettiva rappresentanza nei luoghi di lavoro, e lo stop all’esercizio di Caf e Patronati senza alcun reale controllo pubblico.
Partecipazione dei lavoratori nell’impresa. I possibili strumenti di partecipazione all’interno dei luoghi di lavoro scelti per il programma in ordine di priorità sono: avere dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione per discutere la strategia e le risorse aziendali, poter partecipare agli utili dell’azienda, poter partecipare a gruppi di miglioramento, composto da lavoratori, per l’innovazione organizzativa e la qualità del lavoro, poter dire la propria su come è organizzato il lavoro anche attraverso proposte e suggerimenti di cui il management deve tenere conto, avere spazio di scelta sul proprio orario di lavoro, avere dei rappresentanti eletti direttamente da tutti i lavoratori per la gestione quotidiana dei problemi organizzativi con l’azienda.
Riduzione dell’orario di lavoro. Lavorare meno, lavorare tutti, come illustrato e sostenuto anche dal sociologo Domenico De Masi. Il Movimento 5 Stelle punta alla riduzione dell’orario di lavoro attraverso diverse possibilità: ridurre l’orario di lavoro al di sotto delle 40 ore, la riduzione delle giornate lavorative settimanali e/o annue con la settimana da 4 giorni, l’aumento dei riposi, disincentivazione dello straordinario sul piano contributivo e fiscale, ridurre l’orario di lavoro incentivando il part time lungo (> 30 ore) sul piano contributivo e fiscale, introducendo il diritto individuale al part time, salvo oggettiva impossibilità organizzativa, estendendo i congedi genitoriali, assistenziali, di studio e per attività civiche, anche aumentando le relative indennità economiche (es. dal 30% al 60% per i congedi parentali), incentivando i contratti di solidarietà difensivi, come strumento di riduzione dell’orario di lavoro e del salario, con lo scopo di mantenere l’occupazione in caso di crisi aziendale.
Come riformare le pensioni. Gli strumenti individuati, con cui si deve superare l’attuale sistema previdenziale a ripartizione con contribuzione obbligatoria stabilita per legge e soglie rigide di uscita dal mondo dell’occupazione sono: la staffetta generazionale, come strumento di riduzione dell’orario del lavoratore vicino alla pensione, a fronte dell’assunzione di giovani, al fine di favorire l’occupazione giovanile e accompagnare i lavoratori anziani verso la pensione, garantendo un passaggio di conoscenze ed esperienze tra generazioni Poi l’uscita dal mondo del lavoro garantendo la libertà dei lavoratori di decidere, entro certi limiti, il livello di contribuzione e l’età/anzianità di uscita dal lavoro, garantendo comunque l’accesso alla pensione con 41 anni di contributi versati a prescindere dall’età anagrafica, e infine estendere le tutele previdenziali dei cosiddetti lavori “usuranti” a categorie professionali oggi non incluse.
A questi punti programmatici va affiancata ovviamente l’introduzione sia a livello regionale che nazionale, del Reddito di Cittadinanza che il Movimento 5 Stelle ha chiesto fin dall’inizio della legislatura (abbiamo presentato nel 2015, in Consiglio Regionale, la Proposta di Legge, non ancora discussa, che si pone l’obiettivo di introdurre il “reddito di cittadinanza” in Basilicata). Il Reddito di Cittadinanza aiuta i cittadini che stanno rimanendo indietro ed è una vera e propria manovra economica. Fa aumentare i consumi dei beni primari e, quindi, influisce direttamente sulle piccole e medie imprese che vedono aumentare i propri profitti innescando un circolo virtuoso per lavoratori e imprese. Ora, dopo un anno e mezzo di battaglie parlamentari, il Movimento 5 stelle è riuscito a portare il Reddito di Cittadinanza in Commissione Lavoro, al Senato. Il passo successivo sarà la discussione in aula parlamentare. Il prossimo 20 maggio si svolgerà la seconda marcia Perugia-Assisi con l’obiettivo di riportare l’attenzione su questo tema.
Le proposte sono concrete e attuabili, serve solamente la volontà politica di guardare davvero al futuro del mondo del lavoro e dei diritti. Non si può continuare a festeggiare in questa giornata, rimanendo ancorati a idee del passato ormai superate, che non consentono più di garantire la dignità a lavoratori e cittadini.
Gianni Leggieri
Gianni Perrino
M5S Basilicata – Consiglio Regionale