La Regione Basilicata si sta trasformando sempre più nella terra del paranormale. Sembra di trovarsi al centro del remake della famosa serie televisiva degli anni ’90 che tanto appassionò le giovani generazioni, “X Files”.
Dopo i terreni intorno al COVA che rilasciano spontaneamente litri e litri di greggio; dopo la moria di pesci di qualche anno fa nella diga del Pertusillo; dopo i torrenti ed i terreni che si si caricano magicamente di sostanze tossiche; ecco un nuovo fenomeno da ascrivere sicuramente alla sfera del paranormale.
La diga del Basentello, una diga operativa dagli anni ’70, nata dallo sbarramento del torrente Basentello e Roviniero è la location di questo nuovo inspiegabile fenomeno. La diga vanta una quantità totale di acqua pari a 30 milioni di metri cubi utilizzabili per l’agricoltura ed è alimentata dal torrente Basentello che è un fiume italiano la cui sorgente si trova a 397 m slm a Piano di Palazzo presso Palazzo San Gervasio. Il fiume segna il confine tra la provincia di Potenza e la città metropolitana di Bari.
Nel territorio di Gravina in Puglia il Basentello riceve da sinistra il torrente Roviniero. Il fiume prosegue per il Lago di Serra del Corvo e continua verso sud-est, presso il confine con la provincia di Matera, per poi confluire da sinistra nel fiume Bradano vicino al lago di San Giuliano.
In questo luogo nei giorni scorsi si è verificata una insolita e preoccupante moria di pesci, una quantità impressionale di questi animali sono stati trovati infatti morti sulle rive dell’invaso nelle vicinanze di una strana schiuma di colore bianco.
Un fenomeno particolarmente preoccupante che ha destato subito l’allarme di molti cittadini e delle associazioni ambientaliste preoccupate per la salute pubblica, non invece la stessa attenzione e preoccupazione è stata invece palesata da alcune amministrazioni comunali competenti sulla zona che sono arrivate addirittura a minacciare di denunciare di procurato allarme coloro che stavano diffondendo una legittima e fondata preoccupazione. Un comportamento veramente inspiegabile soprattutto se l’amministrazione in questione ha il dovere di vigilare sulla salute dei cittadini e di scongiurare il peggio, comportamento che diviene ancora più inspiegabile se da quella stessa amministrazione comunale viene emesso un divieto di emungimento delle acque della diga, ma di fatto non viene fatto nulla per farlo rispettare, con buona pace di alcuni spregiudicati pastori che hanno continuato nei giorni scorsi a portare le proprie pecore presso l’invaso a abbeverarsi.
Ancora più preoccupante è questa vicenda se si pensa che in quella stessa zona, nel 2015 un agricoltore del posto, ha denunciato una strana moria di pecore e dopo aver constatato questo insolito fenomeno, ha provveduto a far eseguire sui capi in questione analisi da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata. Le analisi hanno permesso di scoprire che nel fegato e nei reni di detti animali erano presenti quantità anomale di piombo e di cadmio.
Sarà ancora una volta solamente uno strano caso del destino? Sarà la solita coincidenza? Sarà ancora una volta uno di quei fenomeni naturali che con cadenza periodica si verifica dalle nostre parti e che possiamo ignorare?
Non lo sappiamo e non lo possiamo dire, sappiamo però che troppe coincidenze si verificano dalle nostre parti e che purtroppo abbiamo capito che nella nostra Regione arrivare alla verità è sempre stato un percorso molti difficile e tortuoso.
Qualcosa non quadra e le voci che circolano insistenti tra i cittadini non ci fanno dormire sonni tranquilli, tutt’altro, ci spaventano e non poco.
Viviamo in un territorio fragile da diversi punti di vista. Fragile perché privo di un tessuto sociale in grado di contrastare fenomeni delinquenziali; fragile perché il nostro sistema economico si basa su un settore, quello agricolo, continuamente sotto attacco, e queste notizie non aiutano certamente; fragile perché manca un serio sistema di controlli e di prevenzione sul territorio e nonostante gli sforzi di alcuni coraggiosi operatori delle forze dell’ordine e delle associazioni, il lavoro da fare è troppo grande.
Conoscendo i tempi della politica lucana, forse, tra una 10 di anni inizieranno ad uscir fuori le prime verità, e forse i nostri nipoti alla fine scopriranno cosa è realmente accaduto in questo territorio. Nonostante tutto noi abbiamo il dovere di chiedere risposte, di pretendere la verità e come Movimento 5 Stelle in consiglio regionale e fuori, faremo di tutto per venire a capo del problema e per salvaguardare i cittadini e la salute pubblica.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata