Erano gli ultimi giorni di novembre 2015 quando Pittella faceva approvare in Consiglio un disegno di legge varato last minute dalla Giunta contenente “Disposizioni urgenti per l’applicazione dell’articolo 14 della legge 161/2014” diventato legge con il n. 53 del 2015.

In fretta e furia Pittella procedeva all’approvazione di un provvedimento in materia di orario di lavoro del personale delle  aree dirigenziali e del ruolo sanitario del Servizio   sanitario regionale (SSR) per cercare di evitare che sulla sanità lucana si abbattesse la mannaia della Commissione Europea ovvero la procedura di infrazione n. 2011/4185. La legge nazionale n. 161/2014 fissava, infatti, il termine ultimo al 25/11/2015 per evitare la procedura di infrazione UE applicando ai dirigenti medici e agli infermieri il massimale orario di 48 ore settimanali e il riposo di almeno 11 ore consecutive (come previsto dal decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66).

La cosa più grave stava nel fatto che Pittella costringeva il Consiglio ad approvare il provvedimento a meno di 3 giorni dalla scadenza e proponeva un documento che in realtà prorogava meramente il termine ultimo per ottemperare alla legge nazionale ed evitare la procedura di infrazione UE: il termine veniva portato da 25/11/2015 al 31/07/2016 per l’adempimento alla normativa nazionale e comunitaria sull’orario di lavoro del personale medico e infermieristico del SSR. Insomma, la solita tecnica del rinviare problemi che non si sanno risolvere: Pittella prendeva ancora tempo per fare ciò che non era stato capace di realizzare in due anni! Nella logica della “proroga continua” come metodo di governo e del perpetuare i problemi sine die, la scadenza veniva addirittura spostata ancora al 31/12/2016, con una norma (L.R. 17/2016) approvata dalla maggioranza pittelliana a luglio 2016.

Ma gli errori, come le bugie, hanno le gambe corte. Ieri, infatti, è calata la scure della Corte Costituzionale su entrambi i provvedimenti; una bocciatura che appare gravissima perché la Commissione europeaha avviato una nuova procedura di infrazione proprio in relazione all’emanazione, da parte della Regione Basilicata, della L.R. 53/2015.

Non è la prima volta che la Giunta Pittella si rende protagonista di manovre oscure quanto azzardate: quella di approvare, per interessi sideralmente lontani da quelli del popolo e del territorio lucano, leggi regionali in palese contrasto con il quadro normativo nazionale e con il diritto comunitario.

La pronuncia dei giudici costituzionali è l’ennesima conferma della completa vacuità politica e amministrativa che connota il governo Pittella e quindi anche la riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Occorrerebbero misure concrete e realmente effettive, non semplici mescolamenti di carte. Siamo di fronte ad una sanità sempre più vicina al collasso. E’ evidente che l’unica soluzione per superare le forzature evidenziate dalla Corte Costituzionale è quella di adeguare le dotazioni organiche per evitare turni massacranti per i lavoratori e quindi un deterioramento della qualità delle prestazioni offerte.  

Questa è un’altra tegola sulla sanità lucana con la quale occorre subito fare i conti. Nei giorni scorsi avevamo evidenziato i paradossi che aleggiano sull’ASM Matera, ove sembra essere impossibile reperire personale specializzato da assumere nei nosocomi di Matera e Policoro. Rinnoviamo l’appello ad avviare una seria discussione su questi problemi gravissimi ed ad identificarne al più presto le soluzioni, tenendo a mente solo ed esclusivamente l’art 32 della Costituzione che sancisce inequivocabilmente il diritto alla salute e lasciando da parte una volta per tutte meri interessi di partito e bottega.

 

Gianni Perrino

Portavoce M5S Basilicata Consiglio Regionale

 

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