Nelle scorse settimane è apparsa una notizia sul blog Punto e Basta, poi ripresa da un giornale nazionale (Il Fatto Quotidiano) che ad oggi, almeno per quanto di mia conoscenza non ha avuto ancora alcuna smentita.
La notizia pubblicata evidenzia che la Regione Basilicata avrebbe finanziato un libretto destinato agli alunni delle scuole della stessa regione, in cui si esalta la bellezza del territorio con l’invito a colorare i pozzi petroliferi. All’interno dell’opuscolo, dopo la divertente descrizione del territorio lucano con i suoi fiumi e laghi, torri e castelli, prati, caprette e cavalli, si decantano le lodi della valle dell’energia, la val d’Agri, prendendo in prestito le parole dell’ufficio marketing dell’Eni.
Tale questione è stata portata anche all’attenzione del Senato della Repubblica con una interrogazione sottoscritta da numerosi senatori.
Al di là degli aspetti politici della vicenda che restano inquietanti, ciò che più di ogni altra cosa mi preoccupa è il potere di penetrazione dell’ENI all’interno delle nostre istituzioni e del tessuto sociale lucano, un potere che si estrinseca addirittura con una vera e propria opera di colonizzazione educativa all’interno della scuola. L’ignobile campagna di marketing promossa dall’Eni con l’utilizzo, molto probabile di denaro pubblico, segna una pagina veramente triste di questa Regione e mostra come il modello educativo sia sotto attacco da parte di multinazionali senza scrupoli.
Ho deciso di inviare una lettera a Vincenzo Giuliani, Garante per l’infanzia e l’adolescenza, chiedendo che fine abbiano fatto i principi sanciti dalla nostra carta costituzionale in materia di tutela ambientale e come questi si possano conciliare con le assurde campagne pubblicitarie portate avanti dall’ENI.
Come può conciliare tutto questo con i principi fondamentali professati dalla nostra Regione e contenuti nello Statuto regionale. Ho chiesto al Garante di intervenire con forza per condannare tale ignobile episodio e cancellare questa pagina nera della storia di questa Regione.
Inoltre, ho presentato un’interrogazione, con cui chiedo al Presidente Pittella di sapere se l’iniziativa è finanziata con denaro pubblico, da quale capitolo di spesa sono stati reperiti i fondi per finanziare l’iniziativa editoriale, chi o quale ufficio regionale ha provveduto alla supervisione dei contenuti e all’approvazione degli stessi.
L’intervento dovrà essere forte per stigmatizzare quanto accaduto e per mettere in campo tutte le azioni necessarie a impedire che questa colonizzazione culturale messa in atto dalle compagnie petrolifere continui nel silenzio dei più e con la complicità delle istituzioni.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata