La Regione Basilicata rappresenta ormai una sorta di Re Mida al contrario. Ad esempio, se guardiamo cosa accade con le energie rinnovabili, alternative alle tradizionali fonti fossili tanto da essere definite quali “energie pulite”, ci rendiamo conto di come la politica lucana è riuscita ad accentrarle nelle mani di pochi, soprattutto grandi industrie e speculatori.
Il D.Lgs 152/2006, lascia ampio spazio alle Regioni per regolamentare la materia in modo più stringente anche in ossequio alla tutela dei luoghi, dei paesaggi e dell’economie locali fatte soprattutto di agricoltura.
Tali fattori, che dovevano fungere da limite alla proliferazione di Parchi Eolici, sono stati ignorati soprattutto grazie a un Piano Paesistico insufficiente e a un Piano Energetico Regionale che sembrerebbe essere scritto da gruppi affaristici nazionali e locali, con l’assenso dei governi e della classe dirigente regionale.
Detto ciò, quel che sta accadendo nel Comune di Oppido Lucano potrebbe determinare uno scenario che andrebbe anche oltre il mancato rispetto di quelle poche regole che disciplinano la realizzazione di Parchi Eolici nel nostro territorio. Infatti, in base alle denunce depositate da numerosi cittadini del suddetto Comune, è stata evidenziata un’anomalia di non poco conto che pone molte ombre sull’operato degli uffici regionali e su tutto l’iter procedurale previsto per le autorizzazioni a costruire tali tipologie di impianti.
La società interessata è la SAVE OPPIDO LUCANO Srl, la quale non avrebbe rispettato il termine perentorio del 4 giugno 2015, stabilito da una determina dirigenziale dell’ufficio energia, per la comunicazione di inizio lavori, cosa che sarebbe avvenuta dopo 40 giorni dalla predetta scadenza attraverso una PEC inviata in data 13.07.2015. Fatto ancora più inconsueto è che detta PEC dichiarava che l’inizio dei lavori avveniva in data 3 giugno 2015, cioè il giorno prima della scadenza del termine perentorio del giorno 4.
Dall’anomalo all’assurdo il passo è breve. Infatti, pare che l’ufficio energia abbia dato per buona la tardiva comunicazione, in barba alle norme amministrative che disciplinano l’iter autorizzativo. Ma ancora, a rafforzare la tesi dell’irregolarità procedurale, vi è la circostanza che vede la società SAVE OPPIDO LUCANO Srl, mittente di una nota del 4.06.2015, nella quale dichiara che l’inizio dei lavori di qualunque attività costruttiva sarebbe avvenuta solo a seguito del deposito dell’indagine ambientale e del Progetto esecutivo del Parco eolico autorizzato, delle relative opere connesse e delle infrastrutture indispensabili, al fine di consentire agli Uffici regionali di effettuare, nel corso di costruzione degli impianti, la verifica di conformità delle opere rispetto al progetto autorizzato. Ne seguiva, poi, una ulteriore richiesta di proroga di inizio lavori, assolutamente non concedibile.
Vien da chiedersi allora, come mai una società chiede una proroga del termine per l’inizio dei lavori che, stante ad una successiva comunicazione, sarebbero comunque iniziati il giorno prima di tale richiesta? Ma soprattutto, gli uffici regionali coinvolti nell’iter procedurale, come hanno potuto convalidare una comunicazione di inizio lavori arrivata ben 40 giorni dopo il termine perentorio stabilito dagli stessi uffici? Questo ed altro sostanzia il contenuto inerente l’oggetto dell’interrogazione depositata dal Consigliere regionale M5S Gianni Leggieri su una situazione che potrebbe avere ulteriori e importanti sviluppi.
Fatto sta che oggi, così come ha fatto ieri per l’eolico, il Partito di governo regionale parla di nuove regole per limitare il proliferare di quello che sembrerebbe essere il nuovo affare: il mini-eolico (che riguarda comunque pale di 50 m). Intanto la cronaca locale riporta diversi incidenti, l’ultimo quello avvenuto nei pressi del raccordo autostradale Sicignano-Potenza in contrada Serralta di Picerno, fortunatamente senza danni a cose o persone.
Il Consiglio regionale della Basilicata ha il potere, nonchè la responsabilità, di porre fine a questo scempio rivedendo la normativa regionale, in particolare la legge regionale n. 8/2012 e il PIEAR che insieme ad apposito disciplinare, stanno consentendo una vera e propria invasione selvaggia di parchi eolici.
Si, perché anche le tanto decantate energie rinnovabili, se accentrate nelle mani della grande industria e di speculatori senza scrupoli, non sono meno dannose delle energie fossili, soprattutto in termini di impatto paesaggistico. Questa situazione non è più accettabile ed è arrivata l’ora di invertire la rotta.
Il capogruppo regionale M5S
Gianni Leggieri