Ho partecipato qualche giorno fa alla protesta organizzata a Villa d’Agri dal Coordinamento Ospedali in Lotta. La mia partecipazione, lungi dall’essere il tentativo di strumentalizzare una protesta legittima, è stata dettata dalla acquisita consapevolezza che così non si può andare avanti. Assistiamo da anni allo smantellamento del sistema sanitario regionale, alla chiusura di presidi ospedalieri, al taglio di servizi. È chiaro che tenere in vita 17 ospedali era ed è cosa impossibile.
Ciò non toglie però che il piano di riorganizzazione prevedeva ben altre cose rispetto a quanto oggi si sta realizzando. Uno smantellamento dei presidi ospedalieri senza alcuna politica di riqualificazione delle strutture esistenti e senza una attenta analisi delle peculiarità del territorio è una follia. L’assenza di interventi per il potenziamento ad esempio della viabilità in presenza di un accentramento dei punti salute porta inoltre inevitabilmente a creare enormi problemi per i cittadini che hanno bisogno di cure.
A questo va aggiunto che ormai il quadro designato nel 2011-2012 si sta aggravando con scelte politiche che stanno portando sempre di più verso l’accentramento con le periferie della nostra Regione che restano sempre più sprovviste di tutela. È il caso appunto del Vulture e della Val d’Agri considerate da sempre periferie da sacrificare sull’altare degli interessi potentini.
Ecco allora che l’Ospedale di Villa d’Agri, come già quello di Venosa e come l’Ospedale di Melfi sono sotto attacco. A Venosa sono a rischio eccellenze come Oculistica e a Melfi si parla della chiusura imminente di neonatologia, senza considerare che l’Utic è stato già fortemente ridimensionato. Sono tutti segnali evidenti di un piano chiaro che porta alla concentrazione su Potenza di tutti i reparti per lasciare qualche ambulatorio sul restante territorio, in attesa che anche questi vengano chiusi. Un piano che viene attuato silenziosamente proprio per evitare che si arrivi ad una presa di coscienza da parte delle comunità interessate. Spesso inoltre al silenzio si aggiunge la complicità di amministratori locali che pur sapendo tacciono. La Val d’Agri e il Vulture sono accomunate da questo destino infausto, i cittadini della Val d’Agri l’hanno compreso e si sono mobilitati, adesso tocca ai cittadini del Vulture.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata