La maggioranza Pittella, con l’appoggio di Aurelio Pace e l’astensione di Franco Mollica, ha respinto la mozione di sfiducia della minoranza presentata contro il governo Pittella congiuntamente da M5S, Fdi e FI.
A farsi carico della difesa d’ufficio dell’allegra compagnia Pittelliana è stato il capogruppo Roberto Cifarelli, il quale non ha perso tempo a dismettere i panni e la maschera di no-triv indossati nelle ultime settimane. Secondo Cifarelli non avremmo dovuto presentare alcuna mozione di sfiducia in nome di un spirito di unità, a suo avviso, indispensabile ad affrontare il ciclone giudiziario che ha travolto la nostra regione. Ma non si sono fermati qui: il risultato del referendum, che ha visto la Basilicata unica regione a superare il quorum, viene anch’esso utilizzato per richiamare all’unità. Le tesi sono state riconfermate da un imbarazzante Vito Santarsiero che ha colto l’occasione per annunciare una stretta sui controlli su Tempa Rossa e un rafforzamento delle attività dell’Osservatorio Ambientale della Val d’Agri.
Quando invece la maggioranza è stata messa davanti ai fatti, il nervosismo l’ha fatta da padrone: le sorgenti radioattive dimenticate nel sottosuolo di Corleto Perticara sono solo un brutto ricordo; lo stato comatoso in cui versa ARPAB sembra essere una delle prerogative inseguite dalla maggioranza; il registro tumori si trasforma in una grandissima vittoria, ma sulle cause delle patologie tumorali si glissa clamorosamente; i tentennamenti e le negligenze su Tecnoparco sono sottigliezze da poco. Veniamo al Presidente Pittella che, forte della fiducia della sua maggioranza e reduce dalla supercazzola sul suo voto al referendum, ha vomitato bile sul nostro operato e su quello delle altre opposizioni, accusandoci di seminare odio senza entrare mai nel merito delle questioni. La spocchia di renziana natura si è materializzata quando Pittella ha letteralmente deriso i dati dello studio dell’Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia, basati su dati ISTAT, arrivando addirittura a negare qualsiasi tipo di attività estrattiva nel territorio di Corleto Perticara. Il Presidente, evidentemente accalorato si è spinto addirittura a paragonare trivellopoli a rimborsopoli (lui stesso è sotto processo), appellandosi al garantismo e chiedendo ai lucani, ancora una volta, di avere pazienza perchè i problemi verranno risolti prima possibile.
Nessun passo indietro quindi da parte di Marcello Pittella e nemmeno da parte dell’unico Consigliere Regionale fino ad ora coinvolto nello scandalo Trivellopoli, quel Vincenzo Robortella che, attraverso la Outsourcing S.r.L., avrebbe fatto affari con l’ex sindaco Rosaria Vicino. Questo è l’esempio che si dà ai lucani, soprattutto a quelli più giovani emigrati o che stanno per emigrare: il Consigliere più giovane, quello che dovrebbe rappresentare l’aria pulita, la freschezza, il rinnovamento e il futuro di questa regione, è l’unico indagato e rimane saldamente attaccato alla poltrona. Un pessimo esempio a nostro avviso.
Caro Presidente Pittella, anche se non ha voluto rassegnare le dimissioni, anche se non le piacciono i nostri modi di comunicare, sappia che saremo sempre qui a combattere fino all’ultimo giorno di questa legislatura, denunciando tutte le ipocrisie di questa classe politica e difendendo strenuamente la dignità del vilipeso popolo lucano.
Gianni Leggieri
Gianni Perrino
Gruppo Consiliare M5S Basilicata