Era noto già dal maggio 2015 il coinvolgimento di ARPAB nell’inchiesta su traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale della Procura di Potenza: tra gli indagati figurano i nomi di Vita e Schiassi, ex direttori generali dell’agenzia. Nelle ultime ore sono emersi particolari agghiaccianti su un tecnico dell’agenzia, Egidio Giorgio, che sarebbe stato un vero e proprio cavallo di troia di Eni all’interno dell’Agenzia.
Attualmente a capo di ARPAB vi è Edmondo Iannicelli che, per mostrare a tutti una sacrosanta inversione nella gestione dell’agenzia, non ha esitato a mettere nero su bianco le malefatte del suo predecessore: l’approvazione del rendiconto dell’agenzia 2014, avvenuta solo l’11 marzo 2016, contiene una serie di accuse nei confronti di Aldo Schiassi ad ulteriore conferma del disastroso stato in cui versa l’agenzia di protezione ambientale della Basilicata.
Tuttavia, l’impeto del nuovo direttore sembra essersi abbattuto su quelle che dovrebbero essere delle priorità dell’agenzia: la trasparenza e l’accessibilità dei dati.
A denunciare prontamente la cosa, nei giorni scorsi, è stata l’assocazione C.O.V.A Contro attraverso un post sul sito della campagna Analizziamo la Basilicata. Che cosa c’è in questa delibera?
La deliberazione riporta la data del 29 marzo 2016, un paio di giorni prima dello scoppio della vicenda giudiziaria che ha travolto la nostra regione. In parole povere vi è un vero e proprio tariffario per coloro che hanno intenzione di accedere ai documenti, alle informazioni e ai dati ambientali detenuti dall’ARPAB non presenti sul sito istituzionale. Di seguito il listino prezzi:
– diritti di ricerca: euro 12,48 per ogni singola richiesta;
– diritti di visura: euro 0,10 per ogni pagina richiesta;
– per estrazione di copie di atti formato A4: euro 0,25 a pagina;
– per riproduzioni fotostatiche formato A3: euro 0,50 a pagina;
– per la spedizione via telefax formato A4: euro 1,30 a pagina;
– per la spedizione tramite posta elettronica: euro 0,25 a pagina;
a questi possono aggiungersi, ulteriori oneri amministrativi.
Sono molteplici le storture che accompagnano la deliberazione in oggetto soprattutto se pensiamo che, nell’epoca dell’informazione digitale, non dovrebbe essere così complicata la creazione di un database online aperto a tutti e liberamente consultabile. Ma si sa, siamo nella Libera Repubblica di Basilicata e qui, la trasparenza e l’accesso relativo ai dati del monitoraggio ambientale sono aspetti molto trascurati. Da un punto di vista tecnico-legale la delibera confligge con numerosi disposti normativi in materia di informazione ambientale, tra cui la recente Legge Regionale sulla riforma dell’ARPAB, tutti con lo stesso filo conduttore: un’informazione tempestiva, completa, trasparente e solida sul piano tecnico-scientifico.
Proprio in questi giorni stiamo assistendo ad un tour del Presidente Pittella in tutte le TV dello stivale con lo scopo di salvare l’onorabilità della nostra Regione e dimostrare la correttezza del suo operato. “Chi ha sbagliato pagherà!” è il ritornello. Pare abbia avviato una sorta di task force per trovare i colpevoli anche all’interno di ARPAB.
Noi proponiamo il nostro umile suggerimento: venga in aula a rispondere alla nostra interrogazione e annunci l’immediata revoca di questa delibera sciagurata. Dia un primo segnale ai cittadini di questa regione per poi rassegnare le dimissioni: i motivi per farlo di sicuro non mancano.
Qui testo interrogazione
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale