Dopo il terremoto politico e giudiziario di ieri non è possibile non fermarsi un attimo a riflettere per capire cosa sta realmente accadendo nel nostro Paese. Nonostante infatti i tentativi degli esponenti del PD di anestetizzare le notizie e di minimizzare il tutto, arrivando addirittura a tessere un elogio (“sorse funebre”) del Ministro Guidi per le sue dimissioni lampo, è necessario capire cosa accade.
Accade che alla vigilia di un importantissimo referendum che ha in se un significato politico straordinario, ancor prima di quello pratico, scoppia il caso Basilicata in tutta la sua gravità. Scoppia il caso Basilicata perché arriva a conclusione l’indagine portata avanti dalla direzione nazionale antimafia e, tutto quello che da anni il Movimento 5 Stelle andava denunciando pubblicamente, ora trova conferma.
Sarebbe troppo semplice dire “ve lo avevamo detto”, eppure è così. Lo avevamo detto a Pittella e a Berlinguer, lo avevamo scritto nelle nostre interrogazioni e sui giornali. Purtroppo siamo stati zittiti, non siamo stati ascoltati, anzi ci è stato risposto che il nostro era solo allarmismo. Invece ecco che la magistratura scoperchia un giro di affari e un intreccio tra politica, compagnie petrolifere e dirigenti regionali che dimostra cosa si nasconde realmente dietro le estrazioni del greggio nella nostra Regione, ma non solo.
Affari troppo grandi per poter essere impensieriti dalle proteste dei “quattro comitatini” o del Movimento 5 Stelle. Intrecci troppo stretti per poter essere messi in crisi dalle richieste della popolazioni di una tutela della loro vita e della loro salute. Quando girano troppi soldi e quando questi soldi vengono gestiti da persone così vicine a Ministri della Repubblica, come si può invocare il rispetto della legge? Quando chi dovrebbe controllare fa parte a pieno titolo del sistema criminale, come è possibile per i cittadini avere risposte serie ?
Questo è accaduto e continua ad accadere nella nostra Basilicata. Ecco perché il Presidente Pittella ha sempre respinto le nostre richieste di chiarezza, ecco perché il consiglio regionale non ha voluto istituire la commissione speciale richiesta a luglio dal Movimento 5 Stelle di Basilicata per verificare se vi fossero state attività illecite da parte delle compagnie petrolifere che operano sul nostro territorio.
E’ innegabile che tutto questo è strettamente collegato al Referendum del 17 aprile, come innegabili sono i legami che uniscono in maniera indissolubile il Partito Democratico, il Premier non eletto da nessuno – Mattero Renzi – il Governatore Pittella (ex gladiatore) e tutta quella schiera di parlamentari lucani che hanno votato a favore dello Sblocca Italia.
Dopo quello che abbiamo scoperto possiamo ancora meravigliarci della posizione del Partito Democratico rispetto al Referendum ? Certo che no. Una posizione dovuta, contro gli “amici” non è possibile andare, gli “amici” si rispettano, si aiutano, si favoriscono.
Questo sistema è marcio perché marce sono le persone che lo governano. Occorre fare pulizia partendo dal voto del 17 aprile, partendo dalla partecipazione. La croce sul SI rappresenta in questo momento la principale arma contro questo sistema mafioso a base imprenditoriale-politica.
Il Capogruppo M5S Basilicata
Gianni Leggieri